Rimodulazione incentivi fotovoltaico, l'attuativo che non c'è
Era atteso entro il 1° ottobre 2014 il decreto attuativo che avrebbe dovuto disciplinare le percentuali di rimodulazione dell'incentivo a doppio periodo, una delle tre opzioni contenute nel cosiddetto Spalma incentivi (Dl 91/2014).
Due settimane di ritardo potrebbero sembrare un nulla in confronto, per esempio, ai sette mesi impiegati per redarre lo schema di decreto attuativo, con le modalità di applicazione della rimodulazione volontaria degli incentivi per le rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico prevista dal Dl 145/2014, anche definito "Destinazione Italia" (per maggiori informazioni, vedi news nei Riferimenti in basso).
E, invece, 14 giorni sono tanti. In specie se si considera che la rimodulazione degli incentivi per il fotovoltaico è obbligatoria: chi, oggi, ha un impianto di potenza superiore a 200 kW ha tempo fino al 30 novembre per comunicare al Gse l'opzione di riduzione scelta tra le tre previste dal Dl 91/2014, più noto come "decreto spalma incentivi" o "taglia bollette" o ancora "competitività".
In assenza di comunicazione da parte dell'operatore, il Gse applica automaticamente l'opzione che prevede una riduzione dell’incentivo del 6/7/8% (per maggiori informazioni, vedi il nostro speciale nel Riferimenti in basso).
"L’operatore si trova così, di fatto, vincolato alla scadenza, ma nell’impossibilità reale di effettuare una scelta consapevole, fintanto che il Ministero non adotterà il decreto", ha affermato nel comunicato stampa di ieri Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili.
"Una situazione — continua il comunicato stampa — insostenibile ed inaccettabile per assoRinnovabili che ha scritto al Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare l'uscita di tale decreto, esigendo una proroga del termine del 30 novembre di almeno tanti giorni quanti saranno quelli di ritardo accumulato dalla mancata adozione del provvedimento, cosi da tutelare i produttori, garantendo un tempo sufficiente per valutare quale opzione sia la più idonea (o meglio la meno pregiudizievole) per ciascun impianto.
Riducendo i tempi, il Ministero sembra non voler tener conto della complessità della scelta cui va incontro l’operatore: oltre alla valutazione dell’impatto economico e finanziario delle singole opzioni, infatti, la scelta finale del produttore dovrà poi essere condivisa e approvata dagli organi decisionali dei principali istituti bancari.
Come se non bastasse, a ciò si aggiunge il totale silenzio da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze sul decreto che dovrebbe disciplinare l’accesso ai finanziamenti bancari garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, che permetterebbero agli operatori di mitigare gli effetti del taglio.
assoRinnovabili conferma quindi la volontà di intraprendere azioni legali contro la norma “Spalma incentivi”, al fine di dimostrare l’incostituzionalità del provvedimento e garantire il principio di certezza del diritto e di affidamento delle imprese verso lo Stato. Per questo motivo, in attesa che si sblocchi l’impasse, l’associazione manterrà ancora aperta la possibilità per gli operatori di unirsi all’azione legale contro lo "Spalma Incentivi", che vede già l’adesione di centinaia di imprese".
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