Milano, 26 maggio 2015 - 00:00

Coordinamento FREE: su Dm incentivi FER non fotovoltaiche Governo contraddittorio

"La bozza di decreto sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, attesa da tempo dalle associazioni del settore, è a dir poco contraddittoria, imbarazzante e senza senso".

Queste è quanto afferma in una nota il Coordinamento FREE, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, che raggruppa oltre 30 associazioni del settore.

"Da una parte – si legge nella nota — il Governo propone bassissimi incentivi, che bloccano le prospettive di sviluppo futuro, dall’altra lo stesso Governo ha annunciato un Green Act che punta a rilanciare le politiche ambientali, avviando un confronto positivo con diversi attori per sfruttare al meglio l’occasione della conferenza sul clima di Parigi a dicembre.

Sul decreto per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche se il Ministero dello Sviluppo economico avesse avviato una consultazione, come richiesto dal Coordinamento Free, si sarebbe potuto trovare un equilibrio tra l’esigenza di rispettare i tetti degli incentivi e quella di garantire la crescita delle rinnovabili e la strategia di decarbonizzazione del nostro paese.

La situazione è particolarmente allarmante considerando che questo provvedimento si aggiunge a tutte le ultime misure che hanno mortificato il comparto del fotovoltaico. Proprio per questo, il Coordinamento Free, facendo proprio lo sconcerto delle Associazioni dei vari comparti, ha deciso di indire una manifestazione il 17 giugno a Roma, cinque giorni prima dell’iniziativa sul clima promossa dal governo, il prossimo 22 Giugno in vista della Conferenza di Parigi.

Su quest’ultimo importante appuntamento il coordinamento Free sottolinea l’importanza di alcuni punti qualificanti: definizione chiara di un obiettivo di decarbonizzazione al 2050, come fatto da Germania, Gran Bretagna, Danimarca e Francia e la stessa UE (riduzione dell’80-90% delle emissioni climalteranti rispetto al 1990); chiara strategia di crescita delle rinnovabili elettriche, con interventi sulle reti, sugli accumuli e, elemento decisivo, sul mercato elettrico; strategia per la diffusione della mobilità elettrica, con il target 1 milione auto nel 2025; roadmap 2020-50 per riqualificazione 'spinta' del parco edilizio (finanza innovativa e riorganizzazione dell’offerta per far decollare gli interventi su interi edifici o quartieri); uso razionale biomasse e boschi, biochimica e biometano, cattura carbonio nei suoli; fiscalità ambientale, ad iniziare da una carbon tax sovranazionale".

Pesanti critiche alla bozza di decreto arrivano anche da Legambiente. "Un green act al contrario – ha commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente — Il futuro delle rinnovabili è nella generazione distribuita, che questo decreto penalizza, e nello stop agli incentivi per mega impianti a biomasse e inceneritori, che invece vengono generosamente foraggiati. Ci auguriamo davvero che il governo Renzi non voglia approvare, dopo lo spalma-incentivi che ha penalizzato il solare e lo Sblocca Italia che ha rilanciato le trivellazioni di petrolio e gas, un ennesimo provvedimento nel settore energetico che risponde solo alle richieste di alcune lobby e va contro gli interessi dei cittadini e dell'ambiente".