Strategia adattamento cambiamenti climatici, indicazioni e proposte d'azione in materia di energia
È stata pubblicata in GU la "Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici", con l'obietttivo di indicare principi e misure per ridurre i rischi derivanti dal mutamento del clima. Numerose le proposte di azione in materia di energia.
Il quinto rapporto di valutazione dell'Intergovernamental Panel for Climate Change (AR5) e le proiezioni climatiche realizzate nell'ambito del Coupled Model Intercomparison Project Phase 5 (CMIP5) del World Climate Research Programme (WCRP), mostrano che, a livello globale:
• la temperatura media aumenterà entro la fine di questo secolo di almeno 1,5 °C, rispetto al periodo 1850-1900;
• saranno più frequenti gli eventi estremi di calore;
• il livello globale medio dei mari si potrà alzare, sulla maggior parte delle terre emerse, in un intervallo 0,26-0,82 metri, per effetto dell'aumento del riscaldamento degli oceani e della perdita di massa dai ghiacciai e dalle calotte glaciali.
In considerazione di ciò e in base agli orientamenti della Commissione europea, il Ministero dell'Ambiente ha redatto la "Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici", adottata e approvata con il Decreto direttoriale 16 giugno 2015, n. 86.
Il documento "indica i principi e le misure per ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, proteggere la salute, il benessere e i beni della popolazione, preservare il patrimonio naturale, mantenere o migliorare la resilienza e la capacità di adattamento dei sistemi naturali, sociali ed economici nonché trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche".
Tra essi, anche alcune indicazioni e proposte di azione in materia di energia.
Cambiamenti climatici e produzione di energia
Secondo il documento, "il settore energetico rappresenta un esempio di settore economico particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici", da un lato per lo stretto legame esistente tra produzione/consumo di energia e andamento delle temperature, dall'altro per la necessità di soddisfare la domanda di energia con continuità (cioè senza brusche interruzioni).
Considerato ciò, questi i messaggi chiave del documento:
• "Con l’aumento della temperatura media globale, meno energia sarà richiesta per il riscaldamento degli ambienti e più energia sarà invece richiesta per il loro raffrescamento. Nei paesi dell’Europa meridionale, la domanda di energia per il raffrescamento aumenterà, però, più di quanto si ridurrà la domanda di energia per il riscaldamento. In particolare, si prevede un notevole incremento dei consumi elettrici nella stagione estiva, ed il crescente utilizzo di sistemi di condizionamento genererà un aumento del rischio di blackout.
• La produzione e l’offerta di energia saranno inoltre influenzate dai cambiamenti climatici nel caso in cui:
— gli eventi meteorologici estremi diventino più intensi;
— si debba far fronte a riduzioni nella disponibilità delle risorse idriche per la produzione idroelettrica o per il raffreddamento delle centrali termo-elettriche;
— vengano influenzate le decisioni sulla localizzazione degli impianti;
— vengano influenzate (positivamente o negativamente) la produzione di energia eolica, solare e da biomassa.
• Per quanto riguarda le strategie di adattamento, è necessario che, soprattutto nel caso di infrastrutture a lunga vita media, che comportano elevati investimenti, si tenga conto dei cambiamenti climatici a partire dalle fasi iniziali del progetto, attraverso l’utilizzo di opportuni criteri di progettazione e l’adozione di misure tecnologiche specifiche. Questo vale, in particolare, per le opere soggette a VIA (Valutazione Impatto Ambientale), per le quali gli studi di impatto ambientale dovrebbero prendere obbligatoriamente in considerazione i mutamenti nelle condizioni climatiche di riferimento che potranno verificarsi per un periodo corrispondente alla vita media dell’opera.
• Al fine di ridurre le conseguenze delle crisi idriche sulla produzione termoelettrica, è opportuno mettere in atto una serie di provvedimenti di razionalizzazione, programmazione e riduzione dei consumi idrici, che non riguardano esclusivamente l’ambito della produzione di energia elettrica. Per l’energia idroelettrica, sarà necessaria una crescente attenzione nei confronti della variabilità dell’apporto d’acqua lungo l’arco dell’anno al fine di tutelare le condizioni ecologiche del corso d’acqua ed evitare i conflitti legati agli altri usi della risorsa, in particolare quelli agricoli.
• E’ prevedibile che, in futuro, le informazioni climatiche acquisiranno un ruolo fondamentale non solo nella gestione degli impianti energetici in situazioni di crisi (come quelle provocate dalla carenza di precipitazioni), ma già a partire dalle scelte di localizzazione e di progettazione. Questo richiederà lo sviluppo di scenari climatici su base regionale, che permettano di tener conto dell’orografia, dell’uso dei suoli e delle isole di calore urbane. L’approccio modellistico a scala regionale non può comunque prescindere dalle osservazioni storiche (di qualità) delle variabili meteo-climatiche necessarie sul nostro territorio. A tal riguardo, sarebbe utile valorizzare il grande patrimonio di dati meteo-climatici disponibili, curandone l’aggiornamento, la qualità e la fruibilità".
Le proposte di azione
Secondo il documento, le principali azioni che i Governi possono adottare per mitigare i cambiamenti climatici sembrano riguardare particolarmente alcuni settori: "in primo luogo, l'agricoltura, la silvicoltura e l’uso del suolo, e poi la gestione dell'energia e delle risorse idriche, la pianificazione delle infrastrutture e dell'edilizia, i trasporti, le assicurazioni e il trattamento dei rifiuti".
Queste le proposte d'azione per il settore energetico:
Gestione della domanda di energia per riscaldamento e raffrescamento
• Realizzare interventi di adattamento, sistematici e generalizzati, del comparto edilizio nazionale atti alla riduzione dei fabbisogni di climatizzazione per la stagione invernale e, soprattutto, per quella estiva;
• Prescrivere, tramite i Regolamenti Edilizi Comunali, che gli edifici di nuova realizzazione siano “climate proof".
Gestione della trasmissione e della distribuzione di energia elettrica
• Promuovere lo sviluppo di microgrid;
• Promuovere i programmi di orientamento della domanda ("demand response programmes").
Incremento della resilienza del sistema energetico
• Diversificare le fonti primarie;
• Promuovere le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica;
• Demand side management, ovvero modificare la domanda dei consumatori di energia attraverso vari metodi quali incentivi finanziari e campagne educative;
• Utilizzare sistemi di stoccaggio dell’energia,
• Integrare e sviluppare le reti,
• Utilizzare contratti che prevedano l’interrompibilità del servizio;
• Sostenere l’evoluzione in corso da un sistema centralizzato a uno distribuito.
Ruolo del sistema assicurativo
• Promuovere per i gestori di impianti, in particolare quelli come le centrali termoelettriche che richiedono investimenti elevati, la gestione dei rischi attraverso l'apertura di un conto assicurativo.
Azioni per la produzione termoelettrica
• Mettere in atto una serie di provvedimenti di razionalizzazione, programmazione e riduzione dei consumi, che non riguardano esclusivamente l’ambito della produzione di energia elettrica, al fine di ridurre le conseguenze delle possibili crisi idriche estive, che possono accentuare i conflitti tra l’utilizzo dell’acqua per usi agricoli e per altri utilizzi (industriale, produzione elettrica, usi civili, navigazione fluviale);
• Ridurre la produzione degli impianti o sospenderne il funzionamento nei casi più gravi di crisi idriche estive.
Azioni per la produzione da fonti rinnovabili – Energia idroelettrica
• Supportare gli accordi e le azioni concertate tra i soggetti interessati nella gestione delle acque e degli invasi (autorità di bacino, agricoltori e produttori stessi) attraverso strumenti modellistici;
• Sviluppare programmi di incentivazione economica per lo sviluppo di nuova capacità di stoccaggi, nel rispetto del principio della gerarchia dell’acqua (prima si incide sulla domanda e ove necessario anche sulla disponibilità) data la scarsità di nuovi siti economicamente ed ambientalmente sostenibili;
• Conservare, nella gestione ordinaria, maggiori volumi di acqua nei serbatoi di stoccaggio per far fronte alla crescente variabilità delle precipitazioni e, di conseguenza, delle disponibilità idriche.
Per le indicazioni e proposte d'azione fornite per altri settori, invitiamo i lettori a leggere il documento nei Riferimenti in basso.
Pagine correlate
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in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)