Decreto incentivi FER, via libera dalla Conferenza Unificata
La Conferenza Stato-Regioni di ieri 5 novembre ha finalmente dato l’ok allo schema di decreto ministeriale sugli incentivi alle fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche.
Quindi, dopo la firma dei Ministri competenti (Sviluppo, Ambiente, Politiche Agricole) e il parere espresso dall’Autorità per l’energia, è arrivato ora quasi alla fine il lungo iter del decreto ministeriale. Prima del via libera definitivo, manca all’appello solo l’esame della Commissione europea che dovrà verificare che le misure incentivanti siano coerenti con le linee guida europee sugli aiuti di Stato.
Grande soddisfazione per il risultato raggiunto in Conferenza Unificata è stata espressa dal sottosegretario al Mise Simona Vicari. "Grazie al lavoro del Ministero dello Sviluppo Economico sono stati previsti per il biennio 2015-2016 circa 400 milioni di euro di incentivi all’anno per la produzione di energia rinnovabile nei settori idroelettrico, geotermico, solare termodinamico, eolico e delle biomasse. Con il via libera a questo decreto – ha aggiunto Vicari – ci metteremo subito al lavoro per disciplinare i meccanismi incentivanti relativi agli investimenti da effettuare dal 2017 in linea con le indicazioni dell’UE le quali prevedono che una percentuale di almeno il 27% della produzione d’energia sia derivante da fonti rinnovabili. Ricordo che l’obiettivo del 17% al 2020, grazie alla nostra capacità di innovazione tecnologica e agli incentivi già operativi è stato raggiunto con largo anticipo".
A questo punto non rimane che attendere l’approvazione da parte della Commissione Ue, confidando che nel frattempo il Contatore GSE degli incentivi non faccia ulteriori balzi in avanti verso la soglia dei 5,8 miliardi. L’ultimo aggiornamento di pochi giorni fa – lo ricordiamo – segnava quota 5,767 miliardi, a soli 33 milioni dal limite massimo.
Come diversi analisti hanno osservato, il nuovo metodo di calcolo degli incentivi contenuto del nuovo decreto dovrebbe comunque far notevolmente arretrare la cifra del contatore, lasciando a disposizione degli operatori discreti margini di intervento (800 milioni di euro complessivi per il biennio 2015-2016, secondo le stime del MiSE). D’altra parte, però, il raggiungimento della soglia dei 5,8 miliardi prima dell’entrata in vigore del nuovo decreto, anche se dal punto di vista pratico non rappresenterebbe un vero stop — se non momentaneo — agli incentivi, sarebbe comunque un brutto segnale per gli operatori, costretti da sempre a districarsi tra complicazioni procedurali e incertezze normative.
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in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)