'Il Governo cambi strategia su rinnovabili e efficienza energetica'
Questo l'appello contenuto in una lettera inviata al Ministro Guidi, firmata da 14 imprese ed associazioni europee che chiedono al Governo italiano di cambiare posizione sulla governace europea per l’energia al 2030.
Per iniziativa di Euase (European Alliance to Save energy), il 10 novembre scorso è stata inviata una lettera al Ministro dello sviluppo economico per chiedere "un quadro normativo molto chiaro a livello europeo e italiano, una visione a lungo termine per garantire investimenti sufficienti in particolare nel settore dell’efficienza energetica, dei trasporti e delle energie rinnovabili, senza dannosi passi indietro".
In particolare, la lettera esprime preoccupazione sulla possibile posizione che il Governo italiano assumerà a livello europeo il prossimo 26 novembre al Consiglio Energia.
Secondo le notizie che arrivano da Roma — si legge nel documento — la posizione italiana "sarà di contrarietà ad una governance 2030 trasparente, vincolante e definita secondo l’usuale processo legislativo di co-decisione. Pare infatti che la preferenza sia per un sistema flessibile senza alcun vincolo europeo e nazionale, in particolare per ciò che riguarda l’efficienza e le rinnovabili".
I firmatari dell'iniziativa sottolineano con forza che questa posizione contrasta con la necessità di:
• rafforzare la competitività dell’industria europea e del sistema Italia;
• garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e ridurre le importazioni energetiche;
• stimolare gli investimenti delle nostre aziende e del crescente comparto che opera nel settore dell’efficienza energetica;
• incentivare l’innovazione.
"L’Italia non è un paese che può competere sulla base del basso costo di gas e petrolio; deve puntare su quei settori industriali che hanno ora i più alti potenziali di crescita e creazione di posti di lavoro non delocalizzabili. Contrariamente a quanto sembra sosterrà il Governo italiano in sede europea, politiche climatiche ed energetiche non sono assolutamente in contraddizione con il rilancio dell’economia, la creazione di posti di lavoro e la competitività delle imprese italiane.
L’Italia e l’Europa non devono perdere il vantaggio competitivo che ancora hanno sulle tecnologie e servizi per l’efficienza energetica e per le fonti rinnovabili di energia dove, in taluni casi, l’Italia è addirittura esportatrice di tecnologia.
Per questo abbiamo bisogno di un quadro forte e non di regole volontarie e frammentarie che non avranno alcun effetto di orientamento positivo, solo con obiettivi significativi e vincolanti potremo infatti proseguire nel percorso virtuoso che il nostro Paese a fatica ha intrapreso verso l’indipendenza energetica.
È per questa ragione che, oltre ad avere un più ambizioso target per le riduzioni di emissioni di CO2, è necessario avere un target vincolante europeo per la riduzione dei consumi energetici e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia sostenuti da un robusto sistema di governance, di pianificazione e rapporto definito secondo l’usuale processo di codecisione".
I sostenitori dell'iniziativa: Kyoto Club, Assorinnovabili, Anev, Coordinamento Free, 1E, Kingspan, Knauf Insulation, Opower, Philips, Schneider Electric, Siemens, E3G, European Climate Foundation.
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Il testo della lettera inviata al Ministro dello sviluppo economico
dal sito del Kyoto club