Milano, 2 dicembre 2015 - 00:00

Impianti termici, la guida del MiSE per una corretta gestione

Il Ministero dello sviluppo economico (MiSE) ha pubblicato la guida per la corretta gestione degli impianti di riscaldamento raffrescamento. Critica la posizione della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della piccola e media impresa (CNA).

La guida è stata predisposta da ENEA in collaborazione con Adiconsum, Assoclima, Assotermica, Confartigianato, Federconsumatori, Unione consumatori e il Salvagente e chiarisce gli adempimenti previsti dalla legge nazionale per la manutenzione e il controllo di efficienza degli impianti termici e le loro tempistiche.

Sono due gli ultimi aggiornamenti in materia, che riguardano sia i cittadini che gli addetti ai lavori:

• il Dpr 16 aprile 2013, n. 74 — entrato in vigore il 12 luglio 2013 — che definisce i criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell’acqua per usi igienici e sanitari;

• il Dm 10 febbraio 2014 che introduce e definisce il nuovo modello di libretto di impianto per la climatizzazione degli ambienti e il rapporto di controllo di efficienza energetica.

"Una precisa regolazione e una corretta manutenzione degli impianti termici" ricorda la guida "consentono di ridurre sensibilmente i consumi e con essi anche la spesa sostenuta per farli funzionare. E non solo. Un impianto ben tenuto è più sicuro e inquina meno, perché emette nell’atmosfera una minore quantità di gas che hanno effetti negativi sull’ambiente e sulla nostra salute".

Non è però così soddisfatta della Guida la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della piccola e media impresa (CNA), che se pure gli riconosce "il merito di rendere più comprensibili al grande pubblico alcuni aspetti di non facile comprensione in materia di esercizio e manutenzione di impianti termici" mette in luce però come essa contenga "passaggi contraddittori ed indicazioni sbagliate che hanno caratterizzato la gestione e l’implementazione del DPR 74/2013".

Il CNA fa riferimento "in particolare alle indicazioni che la Guida fornisce in ordine alla tempistica dei controlli di efficienza energetica che, secondo la stessa, è quella dell’Allegato A del DPR 74/2013 (4 anni) dimenticando che tale Allegato, come del resto specificato in diversi pareri legali sull’argomento, funge da 'norma di chiusura' che individua i tempi massimi oltre i quali i manutentori non possono andare. In pratica, il controllo di efficienza energetica di una caldaia va fatto almeno una volta ogni quattro anni, e comunque con la tempistica decisa dall’installatore, tempistica che diverse Regioni nei provvedimenti adottati in recepimento del DPR 74/2013 hanno peraltro già dimezzato".

Il CNA infine elenca alcuni interrogativi che la pubblicazione della Guida ha ulteriormente evidenziato:

 • Qualcuno ha mai provato a chiedere ad un installatore o ad un manutentore di garantire l’efficienza energetica di una caldaia controllandola solo una volta ogni 4 anni?

 • Si è proprio sicuri che effettuando l'analisi di combustione, che rivela subito se bruciatore, scambiatore, canna fumaria e tiraggio sono a posto oppure se vi è qualche problema, ogni 4 anni si garantisce l’efficienza energetica di una caldaia?

• Cosa prescriveranno in merito le istruzioni tecniche per l’uso che i produttori di caldaie sono, per legge, obbligati a fornire ai clienti?

Per maggiori informazioni vedi Riferimenti in basso.