Clima, accordo storico ma senza target quantitativi
I 196 Paesi presenti a Parigi per la COP21 hanno lavorato fino a sabato per raggiungere quello che è stato definito uno storico accordo per combattere i cambiamenti climatici e mettere in campo azioni e investimenti verso la decarbonizzazione del pianeta.
La XXI Conferenza delle parti (Conference of the Parties — Cop21) ha aperto i lavori il 30 novembre nella capitale francese per concludersi con un giorno di ritardo, sabato 12 dicembre.
La COP è la conferenza organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change — Unfccc), un trattato voluto dalla Conferenza sull’ambiente e sullo sviluppo delle Nazioni unite (Unced).
Dopo oltre 20 anni di mediazioni, quest’anno si è riusciti a formalizzare un accordo condiviso e accettato da tutte le 196 nazioni che vi hanno partecipato. Tra i principali contenuti dell'accordo:
• obiettivo di tenere sotto i 2 °C l'aumento della temperatura del globo, con lo sforzo di restare sotto i 1,5°C come raccomandato dalla comunità scientifica,
• per realizzare tale obiettivo è indispensabile tagliare le emissioni di climalteranti, mettendo in campo azioni e investimenti verso la decarbonizzazione del pianeta. Tuttavia, non è stato previsto un target quantitativo di riduzione entro il 2050: l'articolo 4 non obbliga, bensì invita gli Stati sviluppati a impegnarsi per diminuirle (anche con target vincolanti per singolo Paese) e gli impegni dovranno diventare nel tempo sempre più ambiziosi. Dunque, ampia discrezionalità per ciascuna nazione firmataria dell'accordo.
• i Paesi sviluppati devono anche fornire risorse finanziarie per aiutare quelli in via di sviluppo, in continuità con gli obblighi assunti.
L'Accordo diventerà vincolante per i 196 Paesi firmatari una volta ratificato dai rispettivi Parlamenti o assemblee nazionali.
Fallimento o successo?
"Si sono sentiti e letti molti commenti a caldo sugli esiti della COP21", si legge in un articolo pubblicato dall'Unità, a firma di Gianni Silvestrini, Direttore scientifico del Kyoto club e autore del saggio 2 °C. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l'economia.
"Nella maggior parte dei casi i pareri sono stati favorevoli, ma non sono mancati attacchi al documento finale ... Certo ci sono molti elementi che avremmo voluto vedere nel documento e che mancano, ma nel suo insieme quest'accordo darà una forte spinta alla lotta climatica ... Il coinvolgimento di praticamente tutte le nazioni del pianeta nella lotta climatica rappresenta un decisivo e non scontato passo avanti".
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