Impianti fer, nulle le clausole che prevedono royalties per i Comuni
Non sono valide le convenzioni stipulate tra soggetti privati e Comuni che prevedono prestazioni patrimoniali diverse da quelle oggi ammesse in tema di riequilibrio ambientale.
Lo ha stabilito il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche nella sentenza n. 23/16 del 2 febbraio 2016, con cui è stato rigettato l’appello proposto da un Comune avverso una sentenza emessa dal Tribunale delle acque pubbliche del Piemonte, che aveva condannato l’ente locale a restituire a un’impresa idroelettrica le somme da questa già versata sulla base di una convenzione stabilita tra le parti.
Il Tribunale ha dichiarato "la nullità della convenzione … nella parte in cui è stata pattuita la corresponsione di un canone annuo … parametrato in via percentuale sui ricavi dell'attività di impresa …, perché sprovvista di causa e contraria a norme imperative …".
Infatti, rilevano i giudici, "tale prestazione patrimoniale, diversa da quelle sole oggi ammesse in tema di riequilibrio ambientale, lede la libertà di impresa di produzione di energia elettrica e quindi la normativa anche di rango comunitario (o eurounitario) in materia …".
Per ogni ulteriore approfondimento, consigliamo di consultare la sentenza n. 23/16 nei Riferimenti qui in basso.
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in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)