Milano, 26 aprile 2016 - 00:00

Cambiamenti climatici, l'Italia firma l'accordo

In occasione della giornata della Terra, il 22 aprile scorso 175 Paesi hanno firmato l'accordo sui cambiamenti climatici adottato a Parigi nel dicembre del 2015 in occasione della COP 21. Tra i firmatari anche il Presidente del Consiglio italiano.

Nella XXI Conferenza delle parti (Conference of the Parties — COP21), tenuta a Parigi dal 30 novembre al 12 dicembre del 2015, 196 parti (e cioè 195 Paesi più l'Europa) avevano formalizzato un accordo che li impegnava a mantenere l’aumento di temperatura media globale al di sotto dei 2°C, il limite individuato dalla comunità scientifica internazionale per evitare cambiamenti climatici irreversibili.

La COP è la conferenza organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change — Unfccc), un trattato voluto dalla Conferenza sull’ambiente e sullo sviluppo delle Nazioni unite (Unced).

Dopo la formalizzazione ottenuta l'anno scorso, quest'anno si è passati a una seconda fase: la firma dell'Accordo. I Paesi che lo avevano formalizzato possono ora firmarlo a New York, presso la sede dell'Onu, dal 22 aprile 2016 al 21 aprile 2017.

Il primo giorno di questa seconda fase, lo stesso in cui si è celebrata la giornata della Terra, ben 175 Paesi hanno apposto la loro firma all'accordo.

Tra i capi di Governo firmatari, anche il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, che aveva avuto l'autorizzazione alla firma a nome dell'Unione europea con la decisione 2016/590/Ue dell'11 aprile 2016.

"150 Paesi hanno già dichiarato che a New York firmeranno l'Accordo sul clima: un qualcosa di impensabile solamente qualche mese fa — ha dichiarato, Gianni Silvestrini in un'intervista rilasciata a Edizioni Ambiente il 22 aprile scoso -. Si tratta certo di un primo passo. Occorrerà ora arrivare alla ratifica dell'Accordo, già garantita da alcuni Paesi (Stati Uniti, Cina e Canada). Tuttavia, ciò indica come i processi stiano evolvendo in maniera rapidissima. E i motivi di questa evoluzione sono legati a tre elementi: la irruzione delle "disruptive technologies" descritte nel libro 2 Gradi, il ruolo attivo di alcuni Governi, che dopo Parigi hanno assunto misure incisive per contrastare i cambiamenti climatici e il ruolo sempre più attivo di cittadini, imprenditori, ambientalisti e comunità scientifica. Questi tre elementi consentono di sperare in una reale riduzione delle emissioni e, dunque, il raggiungimento dell'obiettivo posto dall'Accordo di Parigi".