Milano, 4 maggio 2016 - 00:00

Accumuli, le batterie superefficienti grazie ai nanofili

Secondo uno studio realizzato dai ricercatori della University of California Irvine, utilizzando i nanofili sarà possibile produrre delle batterie superefficienti e resistenti nel tempo.

Uno delle sfide maggiori per la ricerca legata alle energie rinnovabili è rappresentata dall’implementazione degli accumuli ovvero le batterie in grado di immagazzinare energia da eolico o fotovoltaico, in modo da averla sempre disponibile, anche nei momenti in cui il sole non brilla e il vento non soffia. Attualmente una batteria agli ioni di litio, la tipologia maggiormente utilizzata, inizia a deteriorarsi dopo qualche migliaio di cicli di carica, perché i depositi di materiale crescono sugli elettrodi e impediscono alla batteria di mantenere la carica. Per queste nuove batterie, i ricercatori hanno utilizzato i nanofili (in inglese nanowires), che sono ottimi conduttori e hanno un’ampia superficie, garantendo così la possibilità di mantenere la carica in modo efficiente.

Il problema dei nanofili, ad oggi, è rappresentato dal fatto che sono molto fragili; per prevenire la loro rottura, gli scienziati americani hanno ricoperto un nanofilo d’oro con un guscio di ossido di manganese e hanno rivestito il tutto in un gel elettrolita. All’inizio si trattava solo di un esperimento, ma i primi test hanno dimostrato che la batteria poteva affrontare circa 200 mila cicli di carica senza subire alcuna perdita di capacità e alcun danno ai nanofili.

Secondo i ricercatori, l’elettrodo rivestito è in grado di mantenere la sua forma meglio di uno non rivestito e grazie al gel l’ossido di manganese si plastifica acquisendo flessibilità ed evitando di rompersi. Si tratta di un primo passo verso nuove batterie che non dovranno mai essere rimpiazzate e che porteranno a un nuovo rivoluzionario sistema integrato tra energie rinnovabili, veicoli elettrici e computer.

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