Costa Rica, oltre due mesi consecutivi con il 100% di energia rinnovabile

Stando ai dati forniti dal Costa Rica's National Centre for Energy Control, il 16 giugno risulta essere stato l’ultimo giorno in cui si è ricorso a elettricità prodotta da fonte fossile. Dal giorno successivo, il Paese è stato alimentato da un mix di idroelettrico, geotermico, eolico e solare. Nel mese di agosto, l’energia idroelettrica ha fornito l’80,27% dell’energia elettrica, il geotermoelettrico ha contribuito per il 12,62%, seguito da eolico (7,1%) e fotovoltaico (0,01%).

Analogamente allo scorso anno, quando il Costa Rica è riuscito a soddisfare il proprio fabbisogno elettrico per un totale di 299 giorni senza bruciare petrolio, carbone o gas naturale, anche gli ottimi risultati del 2016 (finora siamo a 150 giorni senza fossili) sono imputabili in buona parte alle forti precipitazioni che hanno spinto in alto la produzione idroelettrica.

Naturalmente occorre considerare che il Costa Rica — con una superficie di circa 51mila chilometri quadrati e una popolazione di 4,9 milioni di abitanti — ha un fabbisogno elettrico annuo di soli 10.713 gigawattora. Senza contare che le principali attività economiche del paese sono rappresentate da agricoltura e turismo, settori a bassa intensità energetica.

In ogni caso, i considerevoli risultati ottenuti finora non sembrano frenare la corsa del Costa Rica verso un ulteriore approvvigionamento da rinnovabili. Un imponente progetto idroelettrico denominato "Reventazón", gestito dal Costa Rica Electricity Institute (ICE), verrà avviato a fine settembre dopo sei anni di costruzione. Con una capacità produttiva di 305,5 MW, sufficiente per alimentare 525.000 abitazioni, "Reventazón" è il più grande progetto di infrastruttura pubblica in America centrale, dopo il Canale di Panama.

Sembrerebbe quindi essere davvero a portata di mano l’obiettivo di un paese interamente alimentato a fonti rinnovabili per 365 giorni l’anno.