Milano, 24 gennaio 2017 - 00:00

Fotovoltaico, rimodulazione incentivi costituzionalmente legittima

È pienamente legittima la rimodulazione (cioè riduzione) degli incentivi per gli impianti fotovoltaici sopra 200 kW disposta dal Dl 91/2014, cosiddetto “decreto spalma incentivi”.

Lo ha deciso la Corte Costituzionale (sentenza 24 gennaio 2017, n. 16) dichiarando non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate da diverse ordinanze del Tar Lazio sull’articolo 26, commi 2 e 3 del Dl 91/2014 convertito in legge 116/2014.

Tale norma aveva disposto a decorrere del 1° gennaio 2015 un sistema di “rimodulazione” degli incentivi per impianti FV sopra i 200 kW, secondo varie opzioni lasciate alla scelta dell’operatore. I ricorrenti lamentavano la lesione del legittimo affidamento delle imprese ad avere una tariffa “certa” per un lungo periodo, per effetto di una scelta irragionevole e arbitraria del Legislatore.

Non la pensa così la Consulta. La tutela dell’affidamento non comporta che sia interdetto al Legislatore modificare in modo sfavorevole rapporti di durata (anche aventi ad oggetto diritti soggettivi perfetti), salvo che l’azione non sia irrazionale o arbitraria. Non è questo il caso. Nel 2014, visto che gli incentivi al FV erano divenuti più remunerativi (anche per il progresso tecnologico) mentre cresceva il costo degli incentivi in bolletta per i cittadini, il Legislatore ha deciso in modo ragionevole di “riequilibrare” gli interessi in gioco coniugando supporto alle rinnovabili e contenibilità dei costi per la collettività.

Inoltre, la gradualità della rimodulazione e la concessione di una serie di benefici per gli operatori aderenti hanno salvaguardato gli investimenti delle imprese.