Milano, 4 maggio 2017 - 00:00

Certificazione energetica, vendita con Ape non conforme è reato

Chi vende un immobile con prestazioni energetiche difformi da quelle dichiarate nell'Attestato di prestazione energetica commette un reato di truffa contrattuale.

È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza del 4 aprile 2017, n. 16644, che ha respinto la sentenza della Corte di appello di Milano con cui era stato assolto dal reato di truffa contrattuale un costruttore, il quale aveva venduto un immobile con caratteristiche diverse da quelle dichiarate nell'Attestato di prestazione energetica.

La Corte di appello di Milano aveva escluso la responsabilità del costruttore, ritenendolo "in buona fede, in quanto aveva confidato nelle valutazioni dei tecnici che attestavano la conformità delle opere al progetto approvato".

Non è stato dello stesso parere la Corte di Cassazione, che ha ritenuto "manifestatamente illogica la parte della sentenza che esclude l'elemento soggettivo della truffa esclusivamente sulla base dell'affidamento che l'imputato avrebbe fatto nelle certificazioni di conformità dei tecnici che avevano eseguito il collaudo". La difformità tra i lavori eseguiti e quelli progettati e la conseguente vendita dell'immobile con una classe energetica effettiva non corrispondente a quella dichiarata nell'APE non poteva sfuggire al costruttore, "dato che le opere effettuate risultano meno costose di quelle che avrebbero dovuto essere eseguite, per rispettare i parametri energetici contenuti nel progetto".

Insomma, il costruttore, in base alle spese sostenute, non poteva non sapere che nella costruzione dell'immobile erano stati utilizzati "materiali di qualità inferiore a quella dichiarata e di avere installato serramenti ed impianto di riscaldamento non conformi".

Riconoscendo, così, il reato di truffa contrattuale per aver venduto un immobile con una classe energetica diversa da quella dichiarata nell'Attestato di prestazione energetica, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di appello di Milano e rinviato il giudizio al giudice civile competente per valore in grado di appello.