Efficienza energetica, il Consiglio dei Ministri Ue gioca al ribasso
Il Consiglio Ue ha espresso la sua posizione sulle proposte di modifica delle direttive sull'efficienza energetica e sulle prestazioni energetiche degli edifici (Epbd). Potranno ora essere avviati i negoziati con il Parlamento europeo.
Nel corso della seduta del 26 giugno scorso, il Consiglio europeo dell'energia — che riunisce i Ministri dell'energia degli Stati europei, il vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič e il commissario europeo per l'azione per il clima e l'energia Miguel Arias Cañete — si è espresso sulla proposta di modifica della direttiva sull'efficienza energetica (2012/27/Ue) e sulla proposta di modifca della direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici (2010/31/Ue, anche nota come Epbd), entrambe facenti parte del Pacchetto per l'energia pulita presentato dalla Commissione Ue il 30 novembre 2016.
Modifiche alla direttiva sull'efficienza energetica (2012/27/Ue)
La proposta di modifica presentata dalla Commissione Ue nel novembre scorso, prevede un obiettivo vincolante di efficienza energetica pari al 30% al 2030, di estendere l'obbligo annuale di risparmio energetico dell'1,5% fino al 2030 e di considerare risparmi ammissibili solo le nuove misure politiche e le nuove azioni successive al 2020.
A seguito delle discussioni tenute in varie riunioni del gruppo, il Consiglio Ue ha modificato la proposta della Commissione in diversi punti, per tenere conto delle preoccupazioni manifestate dagli Stati membri, in particolare sul livello e la natura dell'obiettivo complessivo di efficienza energetica e sull'estensione dell'obbligo annuale di risparmio energetico dell'1,5%.
La controproposta del Consiglio è, dunque, quella di mantenere l'obiettivo complessivo del 30% al 2030, ma trasformandolo da "vincolante" a "indicativo".
Riguardo, invece, l'obbligo annuale di risparmio energetico dell'1,5%, "il compromesso della presidenza si basa su una divisione in due del periodo 2020-2030 e stabilisce un obbligo di risparmio energetico dell'1,5% per il periodo 2021-2025. L'1,5% iniziale scenderebbe automaticamente all'1% nel periodo 2026-2030, a meno che la valutazione effettuata dalla Commissione nel 2024 non giunga alla conclusione che l'Ue non è sulla buona strada per rispettare il suo obiettivo principale in materia di consumo energetico".
Modifiche alla direttiva Epbd (2010/31/Ue)
La proposta di modifica, anch'essa presentata dalla Commissione Ue nel novembre scorso, prevede, tra le altre cose, "la messa a punto da parte degli Stati membri di strategie di ristrutturazione a lungo termine, di rafforzare i legami tra la politica di efficienza energetica e i finanziamenti e migliora i relativi sistemi di documentazione e i dati statistici sulla prestazione energetica nell'edilizia, ... di promuovere la realizzazione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici negli immobili e introdurre un indicatore d'intelligenza per caratterizzare l'idoneità di specifici edifici a passare all'automazione".
Le delegazioni dei diversi Paesi europei, in fase di discussione, hanno sottoposto varie richieste di modifica. Per tenere conto di queste richieste e trovare un compromesso accettabile, la presidenza del Consiglio Ue ha apportato diversi emendamenti al testo della Commissione, che chiedono di:
• migliorare e ridefinire le disposizioni relative al contenuto delle strategie di ristrutturazione a lungo termine e al finanziamento (articoli 2 bis e 10);
• diminuire il numero di punti di ricarica per i veicoli elettrici ad almeno uno per gli edifici non residenziali. Per quanto riguarda il pre-cablaggio solo un posto auto su tre deve essere precablato per i punti di ricarica elettrica negli edifici non residenziali mentre il pre-cablaggio è un requisito generale degli edifici residenziali. Sono state inoltre introdotte nel testo (articolo 8, paragrafi 2 e 3) ulteriori condizioni per l'applicazione di tali obblighi;
• rendere volontario e più concreto il futuro sistema sull'indicatore d'intelligenza (articolo 8, paragrafo 6 e allegato I bis);
• stabilire un'unica soglia di 70 kW per l'ispezione degli impianti di riscaldamento e di condizionamento d'aria e reintrodurre alternative alle ispezioni (articoli 14 e 15);
• sopprimere la detrazione dell'energia rinnovabile prodotta non in loco dall'energia primaria netta dell'edificio e consentire solo i fattori di energia primaria definiti dagli Stati membri per tener conto dell'energia rinnovabile prodotta non in loco (allegato I).
I testi approvati — consultabili nei Riferimenti in basso - costituiscono la posizione del Consiglio, base da cui partire per i negoziati con il Parlamento europeo.
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