Incentivi FER elettriche, critiche e osservazioni allo schema di decreto
In vista dell'incontro del 25 settembre presso il MiSE, si susseguono in questi giorni le prese di posizione, i suggerimenti e le critiche sulla bozza decreto che incentiva le fonti rinnovabili elettriche.
Valutazioni in chiaroscuro da parte dell'associazione ITALIA SOLARE, che ha inviato al Ministero dello sviluppo alcuni suggerimenti migliorativi al testo del decreto.
"Nell'ultima bozza di decreto ci sono certamente molti punti positivi di cui ne apprezziamo i contenuti — ha commentato Paolo Rocco Viscontini, presidente di ITALIA SOLARE — tuttavia riteniamo importante che possa essere considerata la possibilità di aumentare, almeno raddoppiandoli, i MWp dei contingenti da mettere a registro per consentire un reale sviluppo del mercato delle rinnovabili. Apprezziamo e chiediamo che sia confermata la frequente fissazione di aste, importante per dare tempo agli operatori di sviluppare adeguatamente i progetti e ridurre i costi tenendo conto della diminuzione dei costi della tecnologia. Allo stesso modo valutiamo favorevolmente il fatto che siano previste agevolazioni per le aggregazioni di impianti ai fini dell'incentivazione."
L'associazione chiede inoltre che il criterio di accesso prioritario agli incentivi relativo all'utilizzo dei siti bonificati preveda in modo esplicito che i siti contaminati vengano bonificati prima dell'installazione degli impianti fotovoltaici.
Decisamente più critica, invece, la posizione dell'Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani (Uncem): "Totalmente escluso dagli incentivi il piccolo idroelettrico, quello cioè ancora realizzabile nonostante i tempi eterni delle autorizzazioni rilasciate dopo cinque, sette, dieci anni di attesa dalle Province — sottolinea Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem — Ora sparisce qualsiasi incentivo per volontà del Ministero. Come non troviamo traccia, nelle bozze circolate sulla stampa specializzata, di incentivi per i piccoli impianti cogenerativi capaci di produrre da cippato di legno energia termica ed elettrica. Entrambe le soluzioni tecnologiche sono molto adatte ai territori montani, ampiamente usate in Svizzera, Austria, Baviera, da noi perfetti anche per borghi alpini e appenninici, per consentire l'uso sostenibile delle risorse locali, grazie comunque a un incentivo che lo Stato, nel nuovo Dm, pare riservare ai grandi gruppi, ai big player, favorendo concentrazioni e sfruttamento massivo delle fonti, in poche mani."
Un po' di preoccupazione, infine, viene espressa anche dai primi firmatari della petizione "Basta amianto", grazie alla quale si è arrivati all'inserimento nel decreto dell'extra-incentivo per l'installazione di impianti fotovoltaici su coperture di edifici su cui è operata la completa rimozione dell'amianto. In un comunicato, infatti, affermano che "nel momento di massimo ed efficace utilizzo dell'extra-incentivo con il IV conto energia, tale valore era pari a 5 centesimi per chilowattora. La bozza del nuovo decreto, invece, indica un valore di 1,2 centesimi, a fronte di costi reali niente affatto calati, come invece è successo per il fotovoltaico."
Questo renderebbe i progetti economicamente non sostenibili: "occorre considerare – si legge ancora nel comunicato — che, ai costi di bonifica, estremamente variabili in virtù della diffusione di coperture in amianto composite e multi-strato, vanno aggiunti quelli di consolidamento delle strutture, realizzate prevalentemente negli anni '70-'80, e degli interventi per le nuove coperture. Considerando un costo davvero minimo, con l'extra-incentivo si arriverebbe a coprire meno della metà della spesa nell'arco dei 20 anni di erogazione."
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