Milano, 21 settembre 2018 - 00:00

Decreto incentivi FER elettriche, le osservazioni di FREE

Il Coordinamento FREE ha inviato al Ministero dello Sviluppo alcune osservazioni sullo schema di decreto relativo all'incentivazione delle fonti rinnovabili elettriche, in vista della riunione del 25 settembre presso il MiSE.

Il primo punto sollevato da FREE riguarda il bonus tariffario per la sostituzione di tetti in amianto con impianti fotovoltaici. Secondo l’attuale schema, soltanto l’energia prodotta e immessa in rete avrebbe diritto alla tariffa base + premio amianto, penalizzando così ingiustamente l’energia prodotta e auto consumata.

Per quanto riguarda i contratti PPA (Power Purchase Agreement), "si suggerisce di prevedere, per lo meno nella fase iniziale, strumenti di copertura del rischio per i clienti/consumatori/traders che decidono di acquistare direttamente energia a lungo termine, e/o di affidare durante tale fase a una società pubblica (ad es. l’Acquirente Unico) la funzione di assistere, su richiesta, la domanda nella definizione delle clausole contrattuali".

Il Coordinamento FREE, inoltre, osserva che il ritardo nell’emanazione del decreto rende essenziale un aumento dei contingenti fin qui previsti, considerando anche che nel frattempo vi è stato un innalzamento degli obiettivi Ue al 2030. La capacità complessiva dell’attuale bozza (6.920 MW), però, "è superiore a quella della bozza di decreto del vecchio governo soltanto per 595 MW: tenuto conto dei 700 MW aggiuntivi per l’amianto, l’insieme degli altri contingenti risulta addirittura ridotto".

La potenza aggiuntiva media annua di FER elettriche prevista dal decreto (2,3 GW/anno) è meno della metà della media annua necessaria (5,5 GW/anno) a raggiungere gli obiettivi al 2030.

Per quanto riguarda aste e registri, FREE chiede che sia previsto:

• quale requisito di accesso al Registro, la presentazione di idonee forme di garanzia da escutere in caso di non realizzazione del progetto;

• la sospensione automatica dei termini di inizio e ultimazione dei lavori a far data dalla richiesta di iscrizione ad aste/registri fino alla data di ammissione in posizione utile. Diversamente il rispetto del requisito di mancato avvio dei lavori determinerebbe la decadenza molti progetti in scadenza;

• la possibilità di qualificare l’intervento da un punto di vista tecnico-amministrativo prima della realizzazione e dopo l’iscrizione in posizione utile al registro, per evitare che dopo la realizzazione dell’intervento il GSE possa eccepire sull’iter autorizzativo facendo venir meno il riconoscimento degli incentivi ad investimento già realizzato.

Per il settore minieolico, si chiede di ripristinare il criterio di priorità di accesso ai registri per i piccoli impianti e l’accesso diretto per gli impianti entro i 60 kW. Le attuali tariffe, inoltre, sono troppo basse e non consentirebbero la sopravvivenza del settore.

Per quanto riguarda infine il mini idroelettrico, il Coordinamento chiede l’eliminazione dei vincoli che escludono, a priori, tutti gli impianti in cui sono previsti prelievi aggiuntivi dai corpi idrici. Sarebbe infatti paradossale – commenta FREE — negare l'incentivazione a un progetto di nuovo idroelettrico, assumendo che esso sia per principio dannoso per il corpo idrico, ancorché approvato e concesso dalla Regione territorialmente competente.