Energy manager in crescita, ma ancora deficit nella PA
Secondo i dati elaborati dalla FIRE, in Italia il numero degli energy manager continua a crescere nonostante il tasso di inadempienza sia ancora molto elevato, soprattutto nella Pubblica Amministrazione.
Il "Rapporto sugli energy manager in Italia – Indagine, evoluzione del ruolo e statistiche" è stato realizzato dalla Federazione Italiana per l'Uso Razionale dell'Energia, nell’ambito della Convenzione del 18 dicembre 2014 con il Ministero dello sviluppo economico "per la promozione e la formazione della figura del tecnico responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia" nominato ai sensi dell’articolo 19 della 10/1991.
Il numero degli energy manager nominati dai soggetti obbligati continua a crescere (+8% in cinque anni): complessivamente nel 2018 le nomine pervenute alla FIRE sono state 2.353, di cui 1.589 relative ad energy manager nominati da soggetti obbligati e 764 da soggetti non obbligati. Tra i settori, al primo posto troviamo sempre il terziario (483 nomine), seguito a breve dall’industria (432 nomine); male invece la Pubblica Amministrazione, che registra soltanto 129 nomine nel 2018, in diminuzione rispetto all'anno precedente. Molto basso il tasso di nomine relative alle regioni, pari al 35%. Inoltre, meno della metà delle città metropolitane ha inviato la nomina, mentre i capoluoghi di provincia che hanno nominato un energy manager sono soltanto 31 su 116.
Tra i segnali positivi, invece, emerge una netta crescita delle nomine di energy manager "certificati". Su 1.613 energy manager interni alle aziende, sia obbligati che volontari, 296 (pari al 18%) hanno conseguito la certificazione in Esperto in Gestione dell’Energia (EGE). Percentuale che sale drasticamente considerando i soli energy manager nominati in qualità di consulenti esterni: su 740, bel 525 (pari al 71%) risultano certificati EGE.
Particolarmente interessante, infine, anche il focus del Rapporto sulle diagnosi energetiche obbligatorie ai sensi del Dlgs 102/2014. Dall'indagine della FIRE emerge come la maggior parte delle imprese affermi di avere realizzato uno o più interventi fra quelli individuati dalla diagnosi energetica effettuata nel 2015; un dato che sembrerebbe confermare l'utilità delle diagnosi energetiche obbligatorie per grandi imprese e imprese energivore.
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