Scozia, surplus eolico per riscaldare le case
La sfida è quella di riuscire ad abbinare la domanda flessibile di riscaldamento elettrico domestico con quei momenti in cui i parchi eolici generano energia in eccesso, rispetto alle capacità di assorbimento delle rete.
Attualmente, in Scozia ci sono circa 380mila edifici situati in aree non metanizzate e dotati di riscaldamento elettrico, o comunque dotabili di altre soluzioni di climatizzazione a elettricità, come ad esempio le pompe di calore.
Ed è proprio in una zona non metanizzata a nord del Paese che si concentreranno inizialmente i lavori del progetto "4D Heat", promosso da National Grid Electricity System Operator (ESO) e Scottish and Southern Electricity Networks (SSEN), insieme ai partner tecnologici Delta-EE, Everoze e PassivSystems.
L'idea è quella di creare un'interfaccia digitale intelligente, che consenta un "dialogo" istantaneo tra la produzione eolica immessa in rete e i sistemi di climatizzazione elettrici dei singoli edifici. Convertendo in calore tutto o gran parte dei surplus elettrici che si verificano nei momenti di elevata ventosità, non solo si otterrebbero un elevato risparmio economico e una diminuzione delle emissioni climalteranti, ma si eviterebbero anche gli stop forzati imposti agli impianti eolici (per i quali, peraltro, gli operatori devono essere indennizzati).
4D Heat si inserisce negli ambiziosi piani sull'energia del governo scozzese, che all'inizio di quest'anno ha annunciato che — partire dal 2024 - tutti i nuovi edifici dovranno obbligatoriamente utilizzare sistemi di riscaldamento a fonti rinnovabili o a basse emissioni di carbonio.
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l'articolo su nationalgrideso.com