Recepimento direttiva EPBD III, criticità da risolvere per CNA impianti
Secondo Carmine Battipaglia, Presidente CNA Installazione impianti, non sono pochi i problemi per le imprese che dovranno applicare quanto disposto in fase di recepimento della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici.
Come abbiamo avuto modo già di dire con il nostro approfondimento pubblicato settimana scorsa, la direttiva 2018/844/Ue, sulla prestazione energetica in edilizia, è stata recepita dal Dlgs 48/2020, apportando delle modifiche al Dlgs 192/2005.
E secondo la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa, il decreto di recepimento presenta alcune criticità, in special modo riferite ai requisiti che devono avere le imprese del settore installazione impianti per poter operare.
In particolare, i problemi sono dati dalla nuova definizione di "sistemi tecnici per l’edilizia" — all’interno della quale sono ricompresi gli impianti termici, elettrici ed elettronici, anche alimentati da energie rinnovabili — e dal futuro decreto del Presidente della Repubblica, che dovrà stabilire i requisiti degli operatori che provvedono all’installazione degli elementi edilizi e dei sistemi tecnici per l’edilizia.
"È del tutto evidente – ha dichiarato Carmine Battipaglia, Presidente CNA Installazione impianti – che, qualora nella definizione di sistemi tecnici per l’edilizia fossero ricompresi, come appare, anche le varie tipologie di impianti, il Dpr da emanare andrebbe a stabilire requisiti di abilitazione che si sommerebbero a quelli già previsti per i Responsabili Tecnici delle imprese installatrici oggi normati dall’articolo 4, comma 1 del Dm 37/08".
Se poi a questa abilitazione aggiungiamo l’aggiornamento (obbligatorio, con almeno 16 ore di formazione da svolgere in 3 anni) dell’abilitazione necessaria per installare impianti FER (Dlgs 28/2011, articolo 15) e la certificazione, obbligatoria anch’essa, per chi installa impianti contenenti f-gas (DPR 186/2018), appare chiaro e palese per CNA la necessità di un coordinamento legislativo per rendere le norme tra loro coerenti e linerari.
“Su questo aspetto – sottolinea il Presidente degli impiantisti CNA – abbiamo chiesto al MiSE di considerare l’opportunità di aprire un tavolo di confronto con le associazioni di categoria a fronte del fatto che, con i richiamati commi del Dpr 48/2020, si andrebbe a modificare sostanzialmente un aspetto fondamentale della normativa che regola il mondo impiantistico come quella relativa all’abilitazione dei Responsabili Tecnici delle imprese del settore”.
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