Contabilizzazione carbonio da biomassa, scienzati Ue chiedono di rivedere le regole
Milano, 28 agosto 2020 - 00:00

Contabilizzazione carbonio da biomassa, scienzati Ue chiedono di rivedere le regole

Occorrerebbe ripensare radicalmente alcuni presupposti che regolano il sistema europeo di scambio delle quote di emissione (ETS), garantendo una corretta contabilizzazione delle emissioni nette di anidride carbonica delle centrali elettriche a biomassa.

Ricordiamo che l'ETS è uno dei principali strumenti utilizzati dall'Unione europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, obbligando i produttori di energia, gli emettitori industriali e le compagnie aeree ad acquistare sul mercato i permessi di CO2 necessari per coprire parte delle proprie emissioni.

Attualmente, il sistema ETS presume che tutta la biomassa bruciata nelle centrali europee sia a zero emissioni di anidride carbonica. Ma molti scienziati considerano questo presupposto un errore scientifico che deve essere corretto.

"Gran parte della biomassa impiegata in Europa è tutt'altro che carbon neutral", ha scritto il professor Michael Norton, direttore del programma ambientale presso l'European Academies Science Advisory Council (EASAC), che rappresenta le accademie scientifiche di tutti gli stati membri dell'UE (più Norvegia e Svizzera). "Le odierne regole di contabilizzazione (...) che consentono di ignorare le emissioni delle biomasse, danno alla biomassa forestale un vantaggio ingiustificato, nonostante i suoi enormi effetti sul clima", ha spiegato.

Secondo l'EASAC, andrebbe introdotto un nuovo criterio, basato sul tempo impiegato dagli alberi o dalle colture per assorbire dall'atmosfera una quantità di CO2 sufficiente a compensare le emissioni dell'intera catena di approvvigionamento della biomassa. E dal momento che i dati più recenti stimano che la soglia di 1,5° C di innalzamento delle temperature potrebbe essere superata già in 10-20 anni, ciò significa che un periodo accettabile per il recupero della CO2 non dovrebbe essere superiore a 5-10 anni.

Ma non tutti credono che questo sia l'approccio corretto alla questione. Ad esempio Jean-Marc Jossart, segretario generale di Bioenergy Europe, ricorda che già oggi la direttiva sulle rinnovabili prevede criteri chiari e rigorosi per assicurare che la biomassa, affinchè possa essere considerata carbon neutral, provenga da fonti sostenibili in grado di conservare intatto lo stock di carbonio preesistente delle foreste.

Quel che è certo è che, qualora venissero attuate le proposte dell'EASAC, potrebbero esserci ripercussioni negative sulle prestazioni energetico-ambientali di alcuni paesi europei (tra cui Danimarca, Finlandia e Svezia) che impiegano molta biomassa e che sono attualmente in testa alle classifiche dei paesi più virtuosi.

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