Anche in Emilia-Romagna il grande idroelettrico passa alla Regione
Dopo Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, ora anche l'Emilia-Romagna ha emanato le regole che guideranno il processo di "regionalizzazione" delle grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico.
La legge regionale 16 novembre 2020, n. 9, in attuazione di quanto disposto dal Dlgs 79/99, disciplina le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico, cioè con potenza nominale media superiore a 3.000 kW. Le nuove regole si applicano in caso di scadenza della concessione oppure di decadenza, revoca o rinuncia alla concessione.
La norma, in particolare, prevede che i bandi di gara con cui verranno assegnate le concessioni debbano definire degli obiettivi minimi da raggiungere mediante interventi di manutenzione straordinaria e modifica degli impianti. Questo per consentire la realizzazione di interventi che possano portare a importanti miglioramenti, sotto il punto di vista della potenza di generazione e della producibilità.
Proprio di recente la Regione Emilia-Romagna ha elaborato il nuovo "Patto per il Lavoro e per il Clima", un documento preliminare che dovrà portare alla sottoscrizione di un piano d'azione condiviso dalla Regione con tutte le forze economiche, sociali, associazioni d'impresa, professioni, enti locali, organizzazioni sindacali e di categoria e associazioni ambientaliste.
Il Patto è stato integrato con ambiziosi obiettivi climatici, quali l'azzeramento delle emissioni climalteranti prima del 2050 e il 100% di energie rinnovabili entro il 2035. Obiettivi per i quali sarà determinante anche l'apporto che potranno dare i grandi impianti idroelettrici, se sfruttati nel loro pieno potenziale.
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