Riduzioni gas serra, trasmessa a Bruxelles la strategia italiana di lungo periodo
Ieri il Ministero dell'Ambiente ha trasmesso alla Commissione europea la strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra. Interessanti gli scenari previsti per il settore energetico.
Il documento inviato a Bruxelles individua in maniera dettagliata i possibili percorsi necessari per raggiungere al 2050 la neutralità climatica, in linea con gli obiettivi che si è data l'Unione europea.
Per raggiungere questo traguardo, vengono individuate tre principali linee strategiche: una riduzione spinta della domanda di energia, un cambio radicale nel mix energetico a favore delle rinnovabili e un aumento degli assorbimenti garantiti dalle superfici forestali.
Per quanto riguarda i consumi finali, questi dovranno essere — al 2050 — inferiori di circa il 40% rispetto a quelli attuali. La riduzione dei consumi si dovrà accompagnare ad una importante ricomposizione di fonti e vettori energetici impiegati. Ad esempio, l'elettricità dovrà superare il 50% dei consumi finali, con punte significative in alcuni comparti (autovetture elettriche e riscaldamento edifici con pompe di calore), mentre le rinnovabili — sia sotto forma di elettricità che di biometano e/o idrogeno — copriranno non meno dell'85-90% dei consumi finali.
Dal punto di vista dell'offerta, la produzione elettrica dovrà più che raddoppiare rispetto a quella attuale e collocarsi a 600-700 TWh, con una quota coperta da rinnovabili compresa tra il 95% e il 100%. Questo risultato — secondo il documento — sarà raggiungibile grazie all'utilizzo di fonti sinora non sfruttate, in primis l'eolico off-shore, e anche ad una eccezionale penetrazione del solare, con una capacità installata al 2050 compresa tra i 200 e i 300 GW (10-15 volte il livello attuale).
L'incremento esponenziale della produzione da FER comporterà non solo un coerente adeguamento della rete elettrica, ma richiede anche che siano sfruttati appieno e potenziati i pompaggi e i sistemi di accumulo, sia centralizzati che distribuiti. Al 2050 i sistemi di accumulo elettrochimico dovranno arrivare a 30-40 GW, 4-5 volte il livello previsto dal PINEC per il 2030.
La strategia, inoltre, dedica una particolare attenzione allo sviluppo futuro dell'idrogeno. Almeno il 25-30% dell'energia elettrica prodotta dagli impianti FER — soprattutto nei momenti di sovrapproduzione — dovrà essere destinata alla produzione di idrogeno. Un vettore che sarà indispensabile negli scenari futuri sia per la sua versatilità (miscelazione in rete con il gas, uso diretto nei trasporti e nell'industria, stoccaggio), sia per la possibilità di produrlo al 100% da fonti rinnovabili, impiegandolo anche per la produzione di biometano e di altri carburanti a emissioni nulle (e-fuels).
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in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)