Mini idro, l'Antitrust bacchetta la Provincia di Trento
Sotto la lente dell'Antitrust è finita la disposizione provinciale, che assegna un potere di veto urbanistico ai Comuni incaricati di autorizzare la realizzazione dei piccoli impianti idroelettrici.
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato alla Provincia autonoma di Trento una segnalazione in merito alle criticità concorrenziali riscontrate nella Lp 17 settembre 2013, n. 19 ("Disciplina provinciale della valutazione dell'impatto ambientale"), in particolare nella procedura di autorizzazione per la realizzazione e gestione di impianti di piccole derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico.
Le modifiche più recenti apportate a questa norma prevedono che l'impresa proponente debba presentare la richiesta di deroga urbanistica al Comune — qualora necessaria per la realizzazione dell'impianto — in via preventiva rispetto all'avvio della procedura di rilascio del provvedimento autorizzatorio unico provinciale (Paup).
L'Autorità ricorda che a livello nazionale, secondo quanto stabilito dall'articolo 12 del Dlgs n. 387/2003, l'autorizzazione unica (atto che confluisce nel Paup) include già l'eventuale deroga urbanistica. Risulta quindi del tutto ingiustificata la necessità che l'operatore economico proponente richieda al Comune, nel cui territorio deve essere realizzato l'impianto, "uno specifico parere positivo, anticipato e, comunque, al di fuori della conferenza di servizi finalizzata al Paup."
Le disposizioni vigenti a livello nazionale — sottolinea l'Antitrust — individuano con chiarezza quali sono le amministrazioni che possono esprimere "dissensi qualificati", in grado di sospendere l'efficacia della determinazione positiva di chiusura di una conferenza di servizi. Si tratta delle sole amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali o alla tutela della salute e della pubblica incolumità dei cittadini.
Queste categorie non includono le attività di vigilanza sull'edilizia e urbanistica di competenza dei Comuni; questi ultimi, infatti, al pari delle altre amministrazioni che partecipano alla conferenza di servizi, vengono soltanto consultati ed esprimono un voto che segue la regola delle "posizioni prevalenti".
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