Milano, 5 agosto 2021 - 09:42

Whistleblowing, Garante privacy: identità segnalante va protetta

a cura di Irene Manca

Dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali una ammonizione per tutelare la riservatezza dell'identità dei soggetti che segnalano illeciti nei luoghi di lavoro (cd. whistleblowers).

Con due ordinanze di ingiunzione del 10 giugno 2021 il Garante della Privacy si è pronunciato in tema di whistleblowing, per tale intendendosi l'attività di segnalazione utilizzata all'interno dei luoghi di lavoro per la denuncia di illeciti, tra cui illeciti ambientali, ex articolo 54-bis del Dlgs 165/2001 per il settore pubblico e, per quello privato, ai sensi dell'articolo 6 del Dlgs 231/2001. Nella specie, il Garante, a seguito di indagini sugli applicativi informatici usati per la segnalazione di illeciti da parte di una società aeroportuale, sanzionava la società e il fornitore dell'applicativo per riscontrate violazioni alla normativa sulla protezione dei dati personali (di cui al regolamento Ue 2016/679 e al Dlgs 196/2003), in particolare per la mancata tutela dei dati identificativi dei soggetti segnalanti. Dall'istruttoria emergeva infatti che l'accesso all'applicativo avveniva in assenza di un sicuro protocollo di rete e che non vi era alcuna cifratura dei dati identificativi del segnalante.

Il Garante ha ribadito che il titolare del trattamento, anche laddove utilizzi prodotti o servizi realizzati da terzi, deve sempre verificare la conformità ai principi di protezione dati, anche impartendo istruzioni al fornitore del servizio, essendo altresì onere del fornitore dell'applicativo, quale responsabile del trattamento, regolamentare il rapporto con società terze sub-responsabili del trattamento. Tutto ciò per garantire in primis l'identità del segnalante, allo scopo di prevenire condotte discriminatorie e misure ritorsive nei confronti di quest'ultimo.

Documenti di riferimento