Sblocchiamo l'impasse delle rinnovabili
Il Coordinamento FREE lancia l'allarme: senza un cambio di rotta, gli obiettivi sulle rinnovabili previsti dalle direttive europee li raggiungeremo nel 2048.
I fallimenti delle aste per le rinnovabili, legate al Dm 4 luglio 2019 (anche noto come Dm FER 1), nelle quali sono stati assegnati circa il 50% dei MW disponibili allarmano il coordinamento FREE che, tramite il proprio Presidente Livio de Santoli ha fatto quattro proposte per sbloccare l'impasse delle rinnovabili in Italia.
"Dopo circa due anni nelle sei procedure per le fonti rinnovabili definite dal Dm FER 1, sono stati assegnati circa 3.127 MW rispetto a 5.660 previsti, poco più del 50%, su una previsione per il 2030 del PNIEC di realizzare 42 gigawatt entro il 2030, valore che verosimilmente sarà innalzato a oltre 70 GW. — afferma Livio de Santoli — Ciò significa che stiamo marciando verso l'obiettivo europeo con una lentezza inaccettabile. Di questo passo raggiungeremo gli obiettivi di 42 GW nel 2048 e quelli di 70 GW nel 2065. Quali sono le cause e quali le soluzioni? Il Coordinamento FREE propone una serie di scelte radicali e coraggiose che affrontino in modo organico queste criticità».
Le proposte del Coordinamento sono:
• raddoppiare il contingente, visto che quello attuale non è in grado di far raggiungere al nostro Paese gli obiettivi europei;
• individuare subito le aree dove si possono realizzare gli impianti a fonte rinnovabile senza vincoli visto che non bastano le linee guida della Presidenza del Consiglio e occorre contingentare i tempi di risposta da parte delle Regioni, ed eventualmente avocare centralmente le decisioni;
• definire al più presto le quote minime di riduzione delle emissioni da assegnare a ogni regione, ossia il burden sharing;
• migliorare le proposte legislative sulle semplificazioni che allo stato appaiono blande e inefficaci, come per esempio, limitare il ruolo delle Sovrintendenze alle aree di propria pertinenza e a quelle effettivamente che saranno definite non idonee.
Oltre a ciò, il Coordinamento FREE si occupa anche delle rinnovabili più mature come il fotovoltaico e l'eolico. Per il primo, secondo FREE, occorre prevedere impianti a terra, da realizzare innanzitutto nelle aree a vocazione industriale e nelle aree agricole degradate, abbandonate o comunque alle aree dichiarate inidonee alla produzione agricola, sulle quali si potrebbero pertanto sviluppare iniziative totalmente dedicate alla produzione di energia, nonché a soluzioni "agrovoltaiche" su aree agricole produttive.
Il Coordinamento FREE ha calcolato che si dovrebbero complessivamente impegnare circa 37.500 ettari che, anche nell'ipotesi fossero tutti a destinazione agricola, rappresenterebbero una percentuale molto bassa, lo 0,20%, rispetto all'attuale superficie agricola totale che in Italia è pari a 16,5 milioni di ettari, ed anche rispetto alla superficie agricola inutilizzata, oltre 3,7 milioni di ettari, si arriverebbe all'1,4%.
Per l'eolico invece, secondo FREE, si devono individuare delle procedure molto semplificate da applicare in tutte le aree dove non vi siano dei vincoli per gli impianti nuovi e nelle aree ove già insorgono degli impianti per i repowering. L'esclusione di tali aree dal parere della Soprintendenza è l'unica possibilità per rendere gli strumenti di semplificazione coerenti con gli obiettivi. Infatti, per l'eolico l'individuazione delle aree idonee non è realizzabile, in quanto non è possibile definire la disponibilità della risorsa da parte di un ente pubblico per motivi di tempo, di risorse economiche e di capacità tecniche.
Infine, conclude FREE, per traguardare questi obiettivi occorre rivedere le attuali politiche di sostegno al fotovoltaico, a partire dal Dm FER 1. Per l'eolico è urgente l'individuazione di un meccanismo di adeguamento della tariffa di sostegno, che tenga conto del significativo aumento del costo degli aerogeneratori (+15%) dell'ultimo periodo dovuto all'incremento dei costi delle materie prime.
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