Milano, 24 gennaio 2022 - 12:57

Decreto Sostegni Ter, tagli agli incentivi FER per contenere il caro energia

I soggetti responsabili di impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20kW in Conto energia dovranno versare al GSE la differenza tra determinati valori di prezzo dell’elettricità definiti dal Governo. Stesso trattamento per gli impianti idroelettrici, geotermoelettrici ed eolici.

La misura è contenuta nella bozza di decreto, noto come decreto Sostegni Ter, approvata dal Consiglio dei Ministri il 21 gennaio 2022. A parere del Governo, il caro energia deve essere fronteggiato anche con il contributo degli operatori che stanno producendo energia, senza sopportare gli effetti dell’eccezionale aumento del suo prezzo. Tra questi anche i produttori di energia da fonte rinnovabile.

Secondo quanto stabilito dalla bozza di decreto, a partire dal 1° febbraio e fino al 31 dicembre del 2022, all’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW che beneficiano di tariffe fisse derivanti dal meccanismo del Conto Energia, non dipendenti dai prezzi di mercato, verrà applicato un meccanismo di compensazione tra il ricavo ottenuto dall'energia elettrica venduta sul mercato libero e gli incentivi erogati dal GSE.

Il medesimo trattamento sarà riservato anche agli impianti idroelettrici, geotermoelettrici ed eolici che non accedono a meccanismi di incentivazione tariffaria per differenza.

Più nello specifico, ai soggetti responsabili di tali impianti è richiesto di versare la differenza tra il prezzo di riferimento medio fissato pari alla media dei prezzi zonali orari registrati dalla data di entrata in esercizio dell’impianto fino al 31 dicembre 2020 e il prezzo zonale orario di mercato dell'energia elettrica.

Dura la reazione delle associazioni di categoria, che parlano di una scelta di campo precisa da parte del Governo: "penalizzare le rinnovabili per favorire le fossili”. Secondo il Coordinamento FREE, infatti, l’inserimento nel calcolo della media di riferimento dell’anno 2020, caratterizzato da bassi prezzi di mercato vista la crisi pandemica, rivela "una scelta di campo precisa" a favore delle fossili, in primis del gas, e a detrimento delle rinnovabili.