Milano, 7 settembre 2022 - 16:03

Materiali dragati, Commissione inchiesta rifiuti chiede circolarità

Secondo la Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti, il paradigma di base che vede il sedimento portuale come un rifiuto dovrebbe cambiare per farlo diventare, qualora ne ricorrano i presupposti, materiale riutilizzabile.

Nella maggior parte dei casi, si legge nella "Relazione finale sui dragaggi nelle aree portuali e sul fenomeno dell'abbandono dei relitti" approvato dalla Commissione parlamentare "Ecomafie" il 27 luglio 2022, i materiali dragati nei porti e nelle aree costiere, considerato il livello di contaminazione che spesso li caratterizza, sono destinati ad essere refluiti in vasche di contenimento da cui difficilmente vengono recuperati e riutilizzati.

Tali bacini, invece, potrebbero rappresentare la fase intermedia del percorso "circolare" a cui associare opportune attività di trattamento che migliorino la qualità dei materiali dragati, riducendone il potenziale livello di contaminazione, per un successivo possibile riutilizzo, di nuovo "a mare", in particolare per attività di ripascimento, o anche, come avviene in molti Paesi europei, "a terra" (ad esempio come sottofondo stradale).

Il problema collegato dei relitti abbandonati, sempre secondo la relazione, "sconta la mancanza di una quanto mai opportuna e necessaria disciplina specifica" ed è per questo che la Commissione auspica la ripresa e l'aggiornamento del Ddl S 2215 recante "Disposizioni in materia di rimozione e riciclaggio dei relitti navali e delle navi abbandonate nei porti nazionali", presentato al Senato al 2016, così come l'istituzione di un'Authority per la pianificazione quinquennale delle attività di recupero dei relitti (in ipotesi avvalendosi di risorse Pnrr).

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