Milano, 7 novembre 2022 - 14:03

Rinnovabili e occupazione: in aumento il lavoro temporaneo

a cura di Olindo Casullo

Il Gestore dei servizi energetici ha pubblicato i dati su investimenti, spese operative, valore aggiunto e intensità di lavoro nel settore delle rinnovabili. Stabili i lavoratori permanenti mentre raddoppiano le unità di lavoro temporanee.

I dati Fer dal 2014 al 2019 segnano un trend abbastanza chiaro riguardo le nuove installazioni (in primis i settori eolico e fotovoltaico), con un valore che si è attestato intorno a una media di circa 950 MW all'anno, corrispondenti a circa 1,7 miliardi di euro di investimenti annui.

Nel 2021 si stima che siano stati investiti circa 2 miliardi di euro in nuovi impianti di produzione di energia elettrica da Fer, con un aumento del 79% rispetto al 2020, anno condizionato dalla pandemia.

Le ricadute occupazionali temporanee dirette e indirette riflettono l'andamento degli investimenti. Sempre in riferimento al 2021 si stimano circa 14 mila Ula (unità lavorative annue) temporanee, quasi il doppio rispetto al 2020. Lieve è invece la crescita occupazionale permanente che registra un aumento di poche centinaia di unità.

In termini di creazione di nuovo valore aggiunto per l'economia nazionale, le rinnovabili nel settore elettrico nel 2021 contribuiscono per circa 3 miliardi di euro.

Nel quadro regionale la Lombardia risulta essere la Regione in cui l'esercizio degli impianti è correlato a una maggiore intensità di lavoro (nel 2020 oltre 6.500 Ula) in particolare per gli impianti alimentati a bioenergie (tra cui spicca il biogas) e gli impianti idroelettrici anche di grandi dimensioni. Al sud emerge la Puglia (circa 2.700 Ula) anche per la presenza diffusa di impianti fotovoltaici ed eolici di taglia elevata.