Habitat, Ue: necessari tempi certi per "ripristino natura"
Dalla Commissione Ue una proposta di regolamento per rendere operativa la cd. "direttiva Habitat" attraverso la fissazione di scadenze progressive che impegnino gli Stati al ripristino degli ecosistemi degradati.
La proposta 22 giugno 2022 per il ripristino della natura in Ue, oggi all'esame del Consiglio e del Parlamento Ue, è volta a contrastare, in linea con gli obiettivi del Green deal europeo, la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi Ue attraverso strategie di ripristino della natura all'interno e all'esterno delle zone protette.
A tal fine il documento prevede che gli Stati membri, anche attraverso l'elaborazione di Piani nazionali di ripristino da sottoporre al vaglio della Commissione, mettano in atto misure che riportino in buono stato le seguenti percentuali della superficie di ciascun gruppo di tipi di habitat di cui all'allegato I della direttiva 92/43/Cee (cd. "direttiva Habitat", relativa alla conservazione di specifici ambienti naturali, seminaturali e della flora e fauna selvatiche): entro il 2030 almeno il 30%; entro il 2040 almeno il 60%; entro il 2050 almeno il 90% della superficie. Obblighi di ripristino previsti anche al di fuori dei siti Natura 2000.
La proposta, che contribuisce all'attuazione della Strategia Ue sulla biodiversità per il 2030, è direttamente collegata anche alla strategia forestale Ue per il 2030, introducendo obblighi specifici per gli habitat forestali, e punta a un'integrazione sinergica con le altre politiche dell'Unione, tra le quali la nuova Politica agricola comune (Pac) e la strategia "Dal produttore al consumatore" per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente.
Documenti di riferimento
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Ripristino della natura