Consumo di suolo: fotovoltaico e agrivoltaico non paragonabili alla cementificazione
Milano, 11 luglio 2023 - 01:00

Consumo di suolo: fotovoltaico e agrivoltaico non paragonabili alla cementificazione

In vista della pubblicazione del report Ispra sul consumo di suolo, 13 associazioni, tra cui Free, dicono no all'equiparazione degli impianti fotovoltaici e agrivoltaici alla cementificazione del territorio.

In attesa del nuovo report dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che sarà pubblicato a settembre, 13 associazioni, ambientaliste e delle rinnovabili, tra cui il Coordinamento Free, accendono i riflettori su quella che considerano "non corretta rappresentazione del consumo di suolo" presente nella pubblicazione del 2022.

Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento Free che è tra i firmatari dell'appello indirizzato all'Ispra, sottolinea che "sul consumo di suolo il fotovoltaico a terra non può essere paragonato al territorio cementificato per realizzare parcheggi, strade, immobili o industrie".

"Il fotovoltaico a terra – continua Piattelli — non impermeabilizza i suoli, non intacca la biodiversità, non possiede strutture inamovibili e, una volta rimosso, non lascia tracce sui terreni".

Per quanto riguarda l'agrifotovoltaico, Piattelli precisa che questa tecnologia apporta vantaggi all’agricoltura con la protezione delle coltivazioni più delicate "anche e soprattutto di fronte ai cambiamenti indotti dalla mutazione del clima e può contribuire a facilitare l'elettrificazione delle attività agricole".

Nell'appello, in cui i firmatari si mettono a disposizione dell'Ispra per costruire occasioni di confronto costruttivo, si ribadisce la necessità di nuovi impianti fotovoltaici (più del triplo della stima fatta dall’Istituto) per la decarbonizzazione dell’Italia al 2050.

Di seguito il testo integrale dell'appello.

Alla Cortese attenzione

Del Presidente di Ispra

Del curatore del Rapporto sul consumo di suolo

Gentilissimi,

ci dispiace leggere nel vostro report "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – edizione 2022" che considerate il fotovoltaico a terra una forma di consumo di suolo, al pari della cementificazione e della desertificazione.

Il fotovoltaico a terra non produce alcuna impermeabilizzazione del suolo, nè alcun impoverimento di nutrienti, humus, biodiversità.

Non prevede l'impiego di cemento, non ha alcun impatto chimico nè pregiudica — anche alla luce delle nuove opportunità garantite dall'agrivoltaico avanzato — l'utilizzo agricolo, anzi, è acclarato che consente il risparmio idrico e protegge gli insetti impollinatori dall'eccessiva insolazione.

Occupa senz'altro territorio, ma non lo consuma, al contrario lo preserva, in diversi casi, da usi ben peggiori.

Notiamo anche che un passaggio del vostro documento suggerisce che si possa fare a meno del fotovoltaico a terra, in quanto basterebbe coprire tutti i tetti e le aree già impemeabilizzate, per soddisfare il fabbisogno da energia rinnovabile.

Anche questo punto non risponde al vero, infatti, se si considera il fabbisogno non solo elettrico, ma la necessità, entro il 2050, di decarbonizzare tutto il fabbisogno energetico del Paese, la domanda di rinnovabili è ben maggiore di quella elettrica e l'impiego della sola superficie dei tetti non è certamente sufficiente. 

Nel vostro rapporto si parla della possibilità di raggiungere dai 70 ai 92 GW di nuova potenza fotovoltaica, utilizzando le coperture: è una stima che pensiamo possa essere realistica, anche se diversa da quella del vigente Pniec, ma in ogni caso la necessità di nuovo fotovoltaico per la decarbonizzazione completa del sistema energetico (non solo elettrico) italiano al 2050 è più che tripla, rispetto a questa cifra (Rse, e Mase, strategia di lungo termine).

Siamo certi che in futuro vorrete tenere conto di tali nostre considerazioni nei vostri report.

Non ci sembra renda giustizia a un'analisi obiettiva della realtà sommare algebricamente territorio realmente impermeabilizzato dal cemento usato per parcheggi, immobili, strade e impianti industriali, che spesso lo inquinano anche, insieme a territorio che ospita strutture di produzione dell'energia che non lo impermeabilizzano, non lo inquinano e non lo depauperano biologicamente, oltre a essere fondamentali per la salvezza climatica e per l'approvvigionamento energetico di noi tutti.

Specificatamente, in vista del Vostro nuovo Report che uscirà a Settembre prossimo sulla medesima materia, anche per valutare nuovi studi e dati emersi in corso d'anno, ci rendiamo fin da subito disponibili a costruire occasioni di confronto costruttivo.

Cittadini per l'Italia Rinnovabile

Ecofuturo

Ecolobby

Gruppo Nazionale Scientifico di Extinction Rebellion

Coordinamento Free

Associazione Giga

Greenpeace Italia

Italia Solare

Kyoto Club

Legambiente

Italia Rinascimento Green

R'innova Palermo

Vas (Verdi Ambiente e Società)

WWF Italia