Aree idonee rinnovabili: la bozza di decreto non convince
La bozza, attualmente al vaglio delle Regioni, prevede 80 GW da installare entro il 2030. Arrivano già le prime proteste da parte del settore eolico.
La bozza di decreto, composta da dieci articoli, reintroduce il concetto del "burden sharing" o obiettivi minimi per le regioni. Questi criteri sono di fondamentale importanza per garantire il rispetto dell'obiettivo nazionale al 2030, che prevede l'aggiunta di una potenza di 80 GW da fonti rinnovabili. In pratica, ogni regione avrà una specifica quota da raggiungere per contribuire all’obiettivo nazionale.
Le Regioni e le Province autonome, al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi, dovranno approvare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto una legge che individui le superfici e le aree idonee all'installazione di impianti a fonti rinnovabili, allo scopo di massimizzare il loro potenziale installabile sul territorio.
Il tanto atteso decreto però già suscita qualche malcontento nelle associazioni. Anev afferma che il "Decreto per individuare le aree idonee ancora una volta sembra penalizzare il settore eolico". I motivi di insoddisfazione riguardano principalmente la fascia di rispetto che impone una distanza di 3 km tra gli impianti e le aree soggette a tutela, nonché la scarsa accuratezza nella misurazione della ventosità delle suddette aree.
Con l'avvio del processo di valutazione da parte della Conferenza unificata, si aprono le porte alla discussione e alla possibile introduzione di eventuali modifiche al decreto.
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