Rinnovabili e nucleare al Meeting di Rimini con Eni
Centrale il tema dell'energia al Meeting di Rimini che si è appena concluso: più impegno per le Cer e ricerca per il nucleare di quarta generazione; "quasi pronti per spegnere il carbone" dichiara il Ministro Pichetto Fratin.
Diversi i dibattiti dedicati all'energia durante il 44esimo Meeting di Rimini — sponsorizzato tra gli altri da Eni — a cui ha partecipato anche il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica con alcuni interventi sul futuro del sistema energetico italiano.
Per quanto riguarda le Cer, il Ministro Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito che "sono un impegno" e che l'Italia è in attesa di un riscontro dell’Ue sul decreto "Regime di sostegno alle comunità energetiche rinnovabili" inviato a Bruxuelles nel mese di febbraio 2023 (senza specificare i motivi di tanto ritardo per un dispositivo così atteso). Mentre il capo di gabinetto del Mase, Mario Antonio Scino, nel corso di un dibattito dedicato alla relazione tra comunità energetiche e povertà energetica, ha argomentato sulle Cer come opportunità di condivisione dell'energia e di risparmio sulle spese per i consumi.
Nel suo intervento sul sistema energetico del nostro Paese, tra impegni internazionali e domanda interna di energia, Pichetto Fratin, dopo aver sottolineato il ruolo centrale dell'Italia nel contesto europeo, ha precisato che in previsione dello spegnimento delle centrali a carbone (che rappresentano con i circa 5GW installati il 6% della potenza produttiva elettrica, N.d.r.), per soddisfare l’aumento della richiesta di energia, bisogna investire sul nucleare di 4° generazione (della quale oggi esistono reattori solo sperimentali, N.d.r.).
La sfida della decarbonizzazione, secondo il piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) trasmesso a luglio all’Ue e gli obiettivi al 2030 — dichiara il Ministro, — rispetto alla situazione delle aziende italiane che utilizzando ancora il carbone, petrolio e gas, prevede di ribaltare il rapporto attuale che è di 2/3 di energia prodotta da fonti fossili e 1/3 da rinnovabili (principalmente con l’idroelettrico). "Oggi siamo quasi nelle condizioni di spegnere il carbone; dico quasi perché a livello internazionale c'è una situazione geopolitica molto instabile che non ci consente di fare questo tipo di scelta. Giorni fa – continua il numero uno del Mase — ho disposto di ridurre al minimo la produzione di energia elettrica con il carbone perché non potevo permettermi di spegnere le centrali. Ma arrivando ai 2/3 di rinnovabili nel 2030 e alla neutralità nel 2050, stando alle stime degli analisti sul consumo di energia, senza nucleare diventa difficile soddisfare le esigenze del sistema produttivo italiano".
Sulle tensioni generate dall’aumento dei prezzi di carburante, il Ministro ha dichiarato: "monitoriamo la situazione dei prezzi della benzina giornalmente".
Ma oggi, secondo le rilevazioni di Staffetta Quotidiana, Eni e altre compagnie hanno aumentato i prezzi consigliati di benzina e gasolio.
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