Il decreto aree idonee non è idoneo
Milano, 8 settembre 2023 - 12:42

Il decreto aree idonee non è idoneo

La bozza di decreto sulle aree idonee non piace proprio a nessuno, considerata dagli addetti al settore troppo vincolante. Alle proteste si è aggiunta anche Italia solare con una lettera inviata alle istituzioni.

La recente proposta di decreto sulle aree idonee per le rinnovabili ha sollevato molteplici preoccupazioni nel settore dell'energia in Italia. Secondo quanto afferma Italia solare, i vincoli inseriti nella proposta di decreto penalizzano la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra in aree classificate agricole. Inoltre, viene sottolineato che "come se non bastasse, i vincoli si applicano anche a tutte le aree classificate agricole già dichiarate idonee dall'articolo 20, comma 8, del decreto legislativo 199/2021."

Una fonte di crescente preoccupazione per l'industria fotovoltaica riguarda il fatto che le aree agricole classificate come "idonee" sembrano essere tale solo sulla carta. Queste aree vengono infatti sottoposte agli stessi vincoli e restrizioni delle aree agricole non idonee. Questa situazione si applica anche alle aree agricole precedentemente identificate come idonee in base alla legge esistente. Questa inclusione indiscriminata di aree agricole "idonee" nelle restrizioni del decreto colpisce in particolare le aree adiacenti alle zone industriali, denominate "Solar Belt", che rappresentano un'opportunità concreta per migliaia di imprese di abbattere significativamente i costi energetici.

A complicare questo quadro Italia solare fa presente che la proposta di decreto "ignora le previsioni dello schema di direttiva rinnovabili RED III", che verrà votato nella seduta plenaria del Parlamento europeo il prossimo martedì. La direttiva RED III contiene disposizioni chiare riguardo alla necessaria mappatura delle aree per raggiungere gli obiettivi del 2030, con un particolare focus sull'individuazione di aree destinate allo sviluppo accelerato delle fonti rinnovabili, presupponendo "il massimo uso delle stesse e non certo un utilizzo residuale limitato al 5/10% come nella versione del testo del Dm."

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