Il nuovo PNIEC traccia un quadro "sfocato" sulla decarbonizzazione del Paese con gravi rischi sulla tenuta del nostro apparato industriale
PNIEC. Un Piano energia e clima che è un compitino svolto solo per prendere la sufficienza a Bruxelles. Senza ambizione e senza, ed è la cosa più preoccupante, alcuna politica industriale. È questo nella sostanza ciò che s’evince dalla “pagella” realizzata dal think tank climatico ECCO che lo ha analizzato nel dettaglio. «Poca coerenza nella visione di medio-lungo periodo della transizione», è il giudizio generale di ECCO che punta il dito su una serie di criticità quali:
•un percorso di phase out dai combustibili fossili, in sostanza carbone e gas, con scarsa ambizione sulle rinnovabili che non è supportata da un quadro organico di politiche;
•un obiettivo della penetrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico non allineato nemmeno agli obiettivi del G7, che oltretutto non sono adeguati nemmeno all’Accordo di Parigi del 2015;
•una serie di criticità nei settori non ETS e si perpetuano sostegni tecnologicamente neutri, la cui efficacia non è dimostrata.
Poca immaginazione
E già questo potrebbe bastare per rispedire al mittente il PNIEC se non fosse che nel documento mancano le stime sugli investimenti per la transizione da parte pubblica ma anche il come attivare in maniera concreta la finanza privata così come sono assenti gli strumenti d’incentivazione. Una mancanza che non si può non collegare alla sostanziale assenza da parte del Governo su capitoli cruciali come le Comunità Energetiche Rinnovabili, il decreto sulle FER innovative e la fase successiva al superamento del 110%. Scarso riferimento agli aspetti sociali della transizione energetica visto che mancano valutazioni circa l’impatto occupazionale, sulla salute della decarbonizzazione, così come sono deboli quelle sulle filiere industriali che si fermano allo scenario macroeconomico. Per non parlare del settore trasporti nel quale l’ignorare la spinta verso l’elettrificazione significa non stimolare la conversione del nostro segmento automotive dal fossile all’elettrico, condannandolo a morte certa.
Energia fuori fuoco
In generale si tratta di un PNIEC che “fotografa” l’esistente, con un’immagine sfocata, e offre la forte impressione di non saper immaginare il futuro. Un PNIEC lontano anni luce dagli investimenti tedeschi da un miliardo di euro l’anno, circa la ricerca sull’idrogeno verde che sono stati confermati per i prossimi dieci anni, dopo un intero decennio, quello appena passato, d’investimenti analoghi. Per non parlare degli oltre 300 miliardi di incentivi statali per la produzione di tecnologie green su suolo americano messi sul piatto dall’amministrazione statunitense del Presidente Biden. E ancora in Germania dove si registra il successo del “superecobonus” del 20% in salsa tedesca che viaggia da tre anni al ritmo di 300 mila interventi l’anno, contro i 372 mila complessivi del nostro ben più generoso 110%. Il problema di fondo pare essere nella scarsa conoscenza dei dati e nelle analisi che dalle nostre parti a livello di Governo sembrano essere assenti, specialmente in campo energetico. Ci proponiamo, come Nextvile, insieme a Reteambiente, Rivista Rifiuti e Cts, di creare un punto di discussione tra il PNIEC e il mondo delle imprese con un convegno a Ecomondo il 9 novembre alle ore 9:30 in sala Mimosa-Pad. B6, “Energie circolari 2.0: Materia ed energia per la decarbonizzazione. La sfida del PNIEC” nel quale faremo il punto sul nuovo PNIEC e sui suoi risvolti sull’intero ciclo energetico rinnovabile focalizzandosi sull’aspetto dell’uso della materia a servizio della decarbonizzazione, che è sempre più necessaria e impellente sia per il clima, sia per la competitività del sistema paese.
*direttore di Nextville
Convegno “Energie circolari 2.0: Materia ed energia per la decarbonizzazione. La sfida del PNIEC”
Target Audience: Imprese che producono biomateriali, consorzi del riciclo e produttori d’energia da fonti sostenibili
Modera e introduce
Sergio Ferraris – Direttore rivista Nextville
Programma
Accreditamento dei partecipanti e inizio dei lavori
Energia, materia e rifiuti: il punto
Paola Ficco, direttore Rivista Rifiuti
Energy and material economics nel Pinec, limiti o opportunità?
Mario Gamberale, esperto d’economia della sostenibilità (TBC)
I fanghi di depurazione ed energia rinnovabile
Vito Palumbo, Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne Acquedotto Pugliese (TBC)
L’utilizzo delle biomasse per raggiungere gli obiettivi carbon neutral
Filippo Capurso — Sustainability Coordinator Andriani S.p.A
La strategia di decarbonizzazione del settore cemento
Margherita Galli, Federbeton
Il ruolo del compostaggio per la produzione energetica rinnovabile
Massimo Centemero, Direttore generale Consorzio Italiano Compostatori (CIC)
Le prospettive del settore elettrico di fronte alla sfida della decarbonizzazione
Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura
Gli incentivi per il biometano da rifiuti
Paolo Arrigoni, Presidente GSE (TBC)