Impianti fonti rinnovabili: necessaria coerenza tra il progetto autorizzato e presentato

La decisione conferma quanto precedentemente stabilito dal Tar Lazio nella sentenza 28 ottobre 2019, n. 12353. La controversia verteva su un impianto a biogas da discarica con una potenza di 600 kW, per cui si era stata richiesta la qualifica di "impianto per la produzione di energia rinnovabile" (Iafr), per beneficiare degli incentivi statali. Tuttavia, il Gestore dei servizi energetici aveva negato tale qualifica in quanto il progetto presentato differiva da quello autorizzato ai sensi dell'articolo 12, Dlgs 387/2003.

Il progetto autorizzato prevedeva la realizzazione di due motori con una potenza di 300 kWe ciascuno, mentre la richiesta di qualifica Iafr presentata al Gestore dei servizi energetici proponeva la costruzione di due cogeneratori con potenze rispettivamente di 100 kWe e 500 kWe. Benché la potenza complessiva dell'impianto fosse in linea con l'autorizzazione unica, i giudici hanno sottolineato l'importanza dell'identità tra il progetto autorizzato e quello presentato per ottenere gli incentivi.

Un altro elemento rilevante per il diniego è stato il fatto che il richiedente degli incentivi non corrispondeva al soggetto a cui era stata rilasciata l'autorizzazione unica ex Dlgs 387/2003. Inoltre, non è stata effettuata la voltura del titolo, procedura che avrebbe richiesto l'autorizzazione della Regione.

La sentenza sottolinea l'importanza di una coerenza assoluta tra progetto autorizzato e progetto presentato per l'accesso agli incentivi statali, riaffermando il principio fondamentale che regola la qualifica di "impianto a fonti rinnovabili".