Case green: accordo sulla nuova direttiva
Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo sulla revisione della direttiva Case green, con requisiti più ambiziosi: più solare e zero caldaie alimentate da fossili (ma entro il 2040).
L'accordo provvisorio, raggiunto dal Consiglio e dal Parlamento Ue riguarda la revisione della direttiva 2010/31/Ue sulla prestazione energetica nell’edilizia, ovvero "Energy performance of buildings directive" (Epbd). Il testo di revisione stabilisce i requisiti di prestazione energetica per gli edifici nuovi e incoraggia gli Stati membri a ristrutturare il loro parco immobiliare, si legge nel comunicato stampa del Consiglio.
L'obiettivo principale della revisione sono gli edifici a emissioni zero, entro il 2030 per le nuove costruzioni, mentre per le ristrutturazioni entro il 2050. Più nel dettaglio, le prestazioni energetiche minime negli edifici non residenziali dovranno superare nel 2030 il 16% degli edifici con prestazioni peggiori e il 26% entro il 2033. La ristrutturazione degli edifici residenziali dovrà invece interessare il 16% entro il 2030 e il 20-22% entro il 2035.
L'accordo prevede anche l'energia solare negli edifici di nuova costruzione, ma anche negli edifici pubblici e non residenziali già esistenti e da ristrutturare previa autorizzazione.
La proposta prevede anche una tabella di marcia per l'eliminazione graduale, entro il 2040, delle caldaie a combustibili fossili.
La Commissaria per l'energia, Kadri Simson, ha dichiarato "Confido che questo accordo darà il via a un'ondata di ristrutturazioni nel rispetto della diversità del parco immobiliare unionale".
L'accordo provvisorio, raggiunto il 7 dicembre, deve essere approvato e formalmente adottato sia dal Commissione che dal Parlamento Ue.
La proposta di revisione della direttiva era stata presentata dalla Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio proprio due anni fa, il 15 dicembre 2021, in linea con la strategia "ondata di ristrutturazioni", pubblicata nel 2020.
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