Petrolio a tutto gas
Milano, 15 dicembre 2023 - 01:00

Petrolio a tutto gas

Il Guardian svela le vere intenzioni di Sultan Al Jaber, presidente di Cop28 e dell’azienda petrolifera Adnoc

Il presidente del vertice sul clima Cop28, Sultan Al Jaber, che è anche amministratore delegato della compagnia nazionale di petrolio e gas degli Emirati Arabi Uniti, Adnoc porterà avanti gli investimenti record della sua compagnia petrolifera nella produzione di petrolio e gas, nonostante il vertice si sia concluso con un’indicazione, molto fiacca, per l'abbandono dei combustibili fossili. Lo scrive il Guardian che in un’intervista esclusiva ha registrato che Al Jaber riferisce: «Il mio approccio è molto semplice: continueremo ad agire come fornitori responsabili e affidabili di energia a basse emissioni di carbonio, e il mondo avrà bisogno di barili a basso contenuto di carbonio al costo più basso». Il ragionamento è semplice. Secondo Al Jaber gli idrocarburi di Adnoc contengono meno carbonio perché sono estratti in modo efficiente e con minori perdite rispetto ad altre fonti. Forse come il carbone aggiungiamo noi.

E Al Jaber prosegue dicendo al Guardian: «Alla fine, ricordate, è la domanda che deciderà e detterà quale tipo di fonte energetica aiuterà a soddisfare il crescente fabbisogno energetico globale», cosa in realtà ovvia se pensiamo al fatto di tenere scissa la domanda energetica dalla decarbonizzazione e soprattutto, aggiungiamo, se non si offrono alternative valide alle fossili. «Il mondo continua ad aver bisogno di petrolio e gas a basso contenuto di carbonio e di petrolio e gas a basso costo. – prosegue Al Jaber ed è probabilmente per questo motivo che Adnoc sta pianificando, secondo il Guardian, un investimento di 150 miliardi di dollari nei prossimi sette anni (al 2030, ossia quando si dovrebbero ridurre le emissioni del 43% N.d.R) in petrolio e gas, che secondo Al Jaber manterrebbero gli attuali livelli di produzione, piuttosto che aumentare, ma la logica è un'altra.

«Abbiamo le quinte riserve petrolifere più grandi del mondo, ma non stiamo sfruttando queste risorse», ha detto Al Jaber e con ogni probabilità la sua concezione di “riduzione” delle emissioni è quella di mantenerle stabili fidando sull’aumento dei consumi e quindi di una conseguente diminuzione, in percentuale e non in assoluto delle emissioni.

Il Guardian ha sentito diversi attivisti per il clima che hanno criticato i piani di Al Jaber per la vicenda di Adnoc.

Harjeet Singh, direttore di Fossil Fuel Treaty Initiative, ha detto: «In qualità di nazione che presiede la Cop28, gli Emirati Arabi Uniti devono stabilire un precedente. I paesi ricchi devono dimostrare azioni tangibili per onorare lo spirito dell'accordo di Parigi. Qualsiasi altra cosa getta un'ombra di dubbio sulle risoluzioni duramente conquistate alla conferenza sul clima di Dubai».

David Tong, di Oil Change International, ha dichiarato: «Al Jaber ha chiarito di essere molto orgoglioso degli Emirati Arabi Uniti per l’accordo emerso dalla Cop28. Ora deve implementarlo nell'azienda che guida e abbandonare il petrolio e il gas, altrimenti si farà beffe di questo processo».

Catherine Abreu, collaboratrice senior del think tank E3G, ha affermato«Ogni produttore di combustibili fossili pensa che i propri combustibili fossili siano speciali, che non causano cambiamenti climatici, e per decenni sono stati in grado di nascondersi dietro un accordo globale sul clima che non è riuscito a stabilire il collegamento tra fossili e clima. Ma il velo finalmente si è strappato e, troppo lentamente, la situazione cambierà».

*direttore di Nextville