Efficienza energetica degli edifici: adottata la direttiva per decarbonizzare l’edilizia
È stata adottata il 12 marzo dal Parlamento europeo la direttiva sull’efficienza energetica degli edifici. In arrivo le nuove regole per decarbonizzare l’edilizia con il taglio delle fonti fossili.
È stato approvato il testo della direttiva europea “Energy performance of buildings directive (Epbd)”, ovvero la direttiva conosciuta come "Case green". Con le nuove regole saranno ristrutturati un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e saranno eliminati, gradualmente, i combustibili fossili.
Dopo due anni di lavori, avviati a fine 2021 con la proposta di revisione della direttiva 2010/31/Ue, presentata dalla Commissione europea che ritiene gli edifici dell’UE responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra, si spiana la strada all’obiettivo emissioni zero entro il 2050 nel settore dell’edilizia.
Le nuove costruzioni dovranno essere a emissioni zero dal 2030. Il termine viene anticipato di due anni se gli edifici sono di proprietà di enti pubblici. Entro il 2026 bisognerà ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni e il 26% entro il 2033, secondo i requisiti minimi di prestazione energetica.
Per quanto riguarda l’eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili, gli Stati membri dovranno predisporre misure vincolanti per decarbonizzare il riscaldamento e il raffrescamento delle case entro il 2040, vietando dal 2025 la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili.
Sarà compito degli stessi Stati provvedere affinchè il consumo totale annuo di energia primaria di un edificio a emissioni zero, nuovo o ristrutturato, sia coperto da energia da fonte rinnovabile generata in zona o da una Comunità energetica rinnovabile.
La direttiva non si applicherà agli edifici agricoli e agli edifici storici. Ma gli Stati membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico.
Il testo — adottato a Strasburgo con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astensioni — deve ora essere approvato formalmente anche dal Consiglio dei ministri per diventare legge.
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