Fotovoltaico nelle aree agricole: no ai moduli a terra, sì all’agrivoltaico
Milano, 7 maggio 2024 - 01:00

Fotovoltaico nelle aree agricole: no ai moduli a terra, sì all’agrivoltaico

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che vieta i nuovi impianti fotovoltaici con moduli a terra nelle aree agricole. Sì all’agrivoltaico che attende le regole per accedere agli incentivi.

Nella seduta del 6 maggio, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Dl che prevede alcuni interventi per sostenere il lavoro in agricoltura. Tra le disposizioni del provvedimento c’è anche il divieto di installare nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra, e di estendere quelli già esistenti, nelle zone classificate come agricole dai piani urbanistici. Il decreto salva l'agrivoltaico a cui sono stati destinati finanziamenti per 1 miliardo di euro.

Sono esclusi dal divieto, oltre ai progetti di agrivoltaico, gli impianti fotovoltaici già finanziati con i fondi del Pnrr, quelli da realizzare nelle cave, miniere, aree in concessione a Ferrovie dello Stato e ai concessionari aeroportuali, aree di rispetto della fascia autostradale, aree interne ad impianti industriali.

Nella prima bozza del Dl (visionata anche da Nextville), Il Ministero dell’Agricoltura aveva dato spazio al divieto generale del fotovoltaico sui terreni produttivi, escludendo anche l’agrivoltaico. Non si era fatta attendere la reazione del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mse) che vede con favore l’agrivoltaico perché dà la possibilità di coltivare i terreni e produrre energia rinnovabile, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale per l’energia e il clima.

La trattativa sulla questione ha portato al testo dell’articolo 5 del Dl approvato dal Consiglio dei Ministri.

Sull’agrivoltaico il Mase con il Dm 436/2023 ha stanziato oltre 1 miliardo di euro a favore degli impianti di natura sperimentale, per una potenza complessiva di almeno a 1,04 GW. Per accedere all’incentivo, nella misura del 40% dei costi ammissibili, sia come contributo in conto capitale che come tariffa incentivante, bisogna inviare apposita domanda seguendo le regole operative attese ormai da più due mesi.

Pagine correlate