Carta dell'energia, formalizzata uscita Unione europea

La decisione formale del Consiglio Ue 2024/1638/Ue arriva dopo che nella seduta del 24 aprile 2024 il Parlamento europeo aveva dato sua approvazione al recesso dell'Unione dal trattato sulla Carta dell'energia.

Il testo del trattato – entrato in vigore nel 1998 — non è in linea con l'Accordo sul clima di Parigi e con le norme europee sul clima (regolamento 2021/1119/Ue) e il procedimento di "modernizzazione" dell'accordo avviato nel 2018 non cambierà le cose. L'adesione alla Carta dell'energia, inoltre, negli anni ha reso più difficile per gli Stati Ue adottare politiche energetiche in linea con gli obiettivi ambientali e climatici, perché le disposizioni vincolavano gli Stati e li rendevano vulnerabili di fronte a richieste di risarcimenti da parte dei produttori di combustibili fossili che si ritenessero danneggiati dal mancato rispetto delle sue disposizioni.

Per questo nel tempo già undici Stati membri (Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Italia, Polonia, Slovenia, Lussemburgo, Danimarca, Irlanda e Portogallo) e il Regno Unito, che rappresentano più del 70% della popolazione europea, avevano preso la decisone di recedere dall'accordo. Però solo con l'uscita a livello Ue dalla Carta è avvenuta l'effettiva "liberazione" a livello unionale dalle disposizioni.

Parallelamente, in coerenza con l'uscita dal trattato con decisione 2024/1644/Ue e decisione 2024/1645/Ue pubblicate sulla Guue il 6 giugno 2024 a livello Unione europea ed Euratom è stato deciso di non esercitare il diritto di voto sugli emendamenti al trattato sulla Carta dell'energia.

In modo analogo, con decisione 2024/1677/Ue è stato approvato il recesso della Comunità europea dell'energia atomica dal trattato sulla Carta dell'energia.