Bruxelles: Ue definitivamente fuori dalla Carta dell'Energia
L'Unione europea ha annunciato ufficialmente la sua decisione di ritirarsi dal Trattato sulla Carta dell'Energia (ECT), un accordo multilaterale firmato nel 1994 e in vigore dal 1998, che ha regolato gli scambi commerciali e gli investimenti nel settore energetico.
La decisione dell'Ue segue il ritiro già avvenuto di undici Stati membri (Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Italia, Polonia, Slovenia, Lussemburgo, Danimarca, Irlanda e Portogallo) e del Regno Unito, che insieme rappresentano oltre il 70% della popolazione europea. Il ritiro di questi paesi è stato motivato dalla crescente preoccupazione che l'ECT, nella sua forma attuale, ostacoli le politiche climatiche necessarie per affrontare l'emergenza climatica.
Il Trattato sulla Carta dell'Energia è noto per essere il più utilizzato dagli investitori per citare in giudizio gli Stati, con un aumento costante dei casi di risoluzione delle controversie tra investitori e Stati. Alla data del 1° dicembre 2023, erano noti 162 procedimenti arbitrali avviati nell'ambito dell'ECT. Molti di questi procedimenti legali sono stati avviati contro misure ambientali adottate dai governi.
Casi emblematici, come quello delle imprese tedesche RWE e Uniper che hanno chiesto 2,4 miliardi di euro al governo olandese per la sua decisione di eliminare gradualmente il carbone entro il 2030, o la condanna dell'Italia a versare 250 milioni di euro alla compagnia petrolifera britannica Rockhopper, hanno evidenziato come l'ECT possa ostacolare l'azione climatica e la capacità degli Stati di gestire la transizione energetica.
Gli scienziati e gli attivisti per il clima hanno a lungo criticato l'ECT per la sua protezione degli investimenti nei combustibili fossili, sostenendo che ciò è in netto contrasto con la necessità di abbandonare il carbone, il petrolio e il gas a favore delle energie rinnovabili.
La proposta di recesso dell'Ue è il risultato di anni di pressione da parte di associazioni, attivisti per il clima, sindacati e movimenti sociali, che hanno denunciato il trattato come un ostacolo alla transizione climatica. Nel 2021, oltre un milione di cittadini europei hanno chiesto il recesso dall'ECT, seguiti dalla risoluzione del Parlamento europeo del novembre 2022 che ha chiesto l'uscita dal trattato.
Nonostante i tentativi di modernizzazione del trattato avviati nel 2018 per allinearlo agli accordi di Parigi e agli obiettivi del Green Deal europeo, il testo proposto non ha soddisfatto le aspettative, mancando di proibire agli investitori in combustibili fossili di citare in giudizio i paesi che perseguono politiche di eliminazione graduale dei combustibili fossili.
Secondo quanto espresso Bruxelles, questo ritiro rappresenta un passo significativo nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella promozione di una transizione energetica giusta e sostenibile, segnando un momento cruciale nella storia delle politiche energetiche dell'Unione europea.
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