Rifiuti tessili, Agenzia Ue ambiente: raccolta al palo
Secondo l'ultimo report dell'Agenzia europea per l'ambiente diffuso il 26 marzo 2025 la raccolta differenziata dei rifiuti tessili nei Paesi dell'Unione europea è cresciuta solo del 4,3% dal 2016 al 2022.
I dati emergono dal briefing dell'Agenzia "Circularity of the Eu textiles value chain in numbers" ("La circolarità della catena del valore tessile dell'Ue in cifre"). La maggioranza degli scarti provenienti dalle famiglie è conferito nel sacco dei rifiuti indifferenziati e quindi anziché essere destinato al riciclo o al recupero finisce in discarica o è incenerito. Un destino che nel 2022, segnala l'Agenzia ambientale, ha riguardato l'85% dei residui.
L'Agenzia auspica che poiché dal 2025 in tutta l'Unione è partito l'obbligo di raccogliere separatamente il tessile, le percentuali di riciclo e recupero possano aumentare, riducendo le soluzioni ambientalmente meno sostenibili. Per quanto riguarda l'export, i numeri evidenziano che dal 2000 al 2019 è triplicato il viaggio dei rifiuti tessili fuori dall'Unione. Dal 2019 in avanti l'uscita è restata abbastanza costante.
Infine, l'Agenzia evidenzia il costante aumento del consumo di abbigliamento, calzature, tessile per la casa che produce i suoi effetti ambientali. Infatti dai dati misurati su 12 categorie di consumo delle famiglie europee – tra cui cibo, mobilità, alloggio, salute e istruzione – l'impiego di prodotti dell'area tessile si è classificato, in media, al quinto posto in termini di pressioni ambientali e climatiche. Gli impatti hanno considerato uso delle materie prime, emissioni di gas serra e impiego di acqua e suolo.
Maggiori informazioni: il briefing dell'Agenzia Ue per l'ambiente Circularity of the Eu textiles value chain in numbers del 26 marzo 2025
Documenti di riferimento
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Regolamento Parlamento europeo e Consiglio Ue 2024/1781/Ue
Progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili - Abrogazione della direttiva 2009/125/Ce
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Direttiva Parlamento europeo e Consiglio Ue 2025/1892/Ue
Modifiche alla direttiva 2008/98/Ce in materia di rifiuti tessili e organici
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Progettazione ecocompatibile dei prodotti, il complesso delle disposizioni eurounitarie e nazionali
In un'ottica di economia circolare, l'Unione europea ha fin dal 2009 adottato norme sulla progettazione sostenibile dei beni. Trattasi di norme che obbligano i produttori a fabbricare determinate categorie di oggetti secondo precisi standard di settore volti alla tutela dell'ambiente. E che obbligano anche gli altri soggetti della filiera, come i distributori, ad adempimenti connessi. Le norme europee hanno dapprima riguardato solo beni energivori, come gli elettrodomestici. Con il nuovo regolamento 2024/1781/Ue, vigente da luglio 2024, gli obblighi di ecodesign si applicano invece a tutte le categorie di prodotti per le quali l'Ue stabilisce delle specifiche tecniche di dettaglio. Nel Dossier, il quadro dell'evoluzione normativa in corso, l'esame dei relativi provvedimenti di settore, un focus sul regime transitorio. Aggiornato alle nuove regole di progettazione ecocompatibile per gli alimentatori esterni e i caricabatterie in vigore dal dicembre 2025.
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Prodotti tessili e sostenibilità, le regole dell'Unione europea e quelle nazionali
Il punto sulle norme sia in vigore che in corso di approvazione aventi la finalità di alleggerire l'impatto dei prodotti tessili sull'ambiente. Aggiornato al regolamento 2024/1781/Ue sulla progettazione eco-compatibile dei prodotti, in vigore dal 18 luglio 2024 e ai nuovi obblighi europei per i produttori di prodotti tessili vigenti dal 16 ottobre 2025
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Economia Circolare (in evidenza: Clean industrial deal - Ecodesign - Epr - Pnrr)
Lo spazio dedicato alle disposizioni Ue e nazionali per la promozione dell'ideale sistema economico nel quale - come in natura - nulla si perde e tutto si trasforma. Con il quadro ragionato delle strategie e dei provvedimenti generali di riferimento. Dal "Green Deal" al "Clean industrial deal". Dalle regole per la progettazione ecosostenibile dei prodotti a quelle sulla "responsabilità estesa del produttore" del prodotto (cd. "Epr"). Lo spazio è arricchito con le norme del Piano nazionale di ripresa e resilienza ("Pnrr"), che prevedono riforme legislative ed interventi finanziari di supporto allo sviluppo del nuovo sistema economico