Aree non idonee in Sardegna: rinvio alla Corte Costituzionale

Il Tar Lazio con l'ordinanza del 13 maggio 2025, n. 9168 sospende il giudizio contro il Dm sulle aree idonee, promosso da una società operante nel campo delle rinnovabili in diverse Regioni, e solleva la questione di legittimità costituzionale sulla legge della Regione Sardegna n. 20/2024.

Per i giudici amministrativi, l’articolo 1, comma 2 del Dm 21 giugno 2024, non introduce una incompatibilità assoluta tra le aree non idonee e gli impianti di energia rinnovabile. La disposizione del citato decreto non esclude che le amministrazioni siano tenute a valutare in concreto l'impatto dei progetti sulle esigenze di tutela ambientale, paesaggistico-territoriale e dei beni culturali sulle aree non idonee.

Piuttosto l'incompatibilità tra le aree non idonee e le Fer può comportare una elevata probabilità di esito negativo delle valutazioni in sede di autorizzazione, a seguito di specifica istruttoria.

La legge della Regione Sardegna n. 20/2024, vietando all'articolo 1 gli impianti rinnovabili nelle aree non idonee, senza neppure prevedere una clausola di salvaguardia per le valutazioni ambientali in corso, e condizionando l'efficacia dei provvedimenti autorizzatori e dei titoli abilitativi già emanati, è in contrasto con le indicazioni del Legislatore nazionale e viola le disposizioni costituzionali sulla competenza legislativa e sulla diffusione delle energie rinnovabili.

La questione di legittimità costituzionale, con rinvio alla Corte, è stata sollevata anche in merito al procedimento speciale ex articolo 3, particolarmente rigoroso, introdotto sempre dal legislatore sardo, che si attiva su richiesta dei Comuni per la realizzazione di interventi in aree non idonee, richiedendo il consenso unanime di tutti i soggetti interessati.