Ricerca e utilizzo acque, in pista revisione disciplina
Avviato dal Parlamento nell'ottobre 2025 l'esame di un disegno di legge che rivede il quadro normativo in materia di permessi per utilizzare la risorsa idrica, nel segno di una maggiore semplificazione.
Le ragioni dell'intervento legislativo risiedono nella necessità di razionalizzare la normativa attualmente vigente. Il sistema regolatorio mostra, infatti, la presenza di un elevato numero di soggetti che concorrono al rilascio delle autorizzazioni alla ricerca idrica e della concessione di uso delle acque (sia superficiali che sotterranee). Questo comporta una frammentazione dei vari procedimenti, oltretutto diversi tra una Regione e l'altra.
Il disegno di legge all'esame del Senato (atto 1404) delega il Governo a rivedere il regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, lo storico Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e sugli impianti elettrici. Il Consiglio dei Ministri dovrà, attraverso l'emanazione di un decreto legislativo, unificare e coordinare la disciplina statale delle derivazioni e utilizzazioni delle acque pubbliche.
Tra gli interventi previsti ci sono la semplificazione dei procedimenti concessori e la ridefinizione dei soggetti autorizzati alla derivazione di acqua pubblica, rideterminando anche i limiti delle portate di estrazione. Inoltre, il provvedimento di autorizzazione alla ricerca idrica dovrà essere preceduto dalla verifica preventiva della compatibilità ambientale dell'opera di captazione e dal parere vincolante dell'Autorità di bacino competente. Infine, il Governo è autorizzato a introdurre una nuova regolamentazione delle risorse idriche che ne assicuri la disponibilità, evitando sprechi, per tutti gli usi consentiti: potabile, irrigazione dei campi, produzione di energia elettrica.
Documenti di riferimento
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In discussione al Senato nell'ottobre 2025
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Regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775
Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici
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